Marche, tutto pronto per i saldi
Da domani il ribasso dei prezzi

Marche, tutto pronto per i saldi Da domani il ribasso dei prezzi
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Lunedì 4 Gennaio 2016, 10:53 - Ultimo aggiornamento: 18:30
ANCONA - Ci siamo, il momento tanto atteso è arrivato. Saldi si parte: da domani iniziano ufficialmente anche nelle Marche. Per Confcommercio il giro d’affari complessivo sarà di 5,4 miliardi. Molto più basso invece secondo i consumatori che vedono ancora una stagione di “galleggiamento” per i consumi. Abbigliamento al top Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio ogni famiglia spenderà 346 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento, calzature e accessori (il 3% in più rispetto all’anno scorso), per un valore complessivo di 5,4 miliardi di euro.

Aumenterà anche la percentuale dei consumatori che acquisteranno prodotti in occasione: il 55% contro il 51% del gennaio 2015. Secondo il consueto sondaggio sui saldi realizzato da Confcommercio e Format Research, è in crescita la percentuale degli italiani che considera “importante” il periodo dei saldi. Le preferenze vanno come da tradizione ai capi di abbigliamento (94,1), calzature (72,8), accessori (30,7) e biancheria intima (26,4). In leggera flessione gli articoli sportivi (17,7) e i prodotti di pelletteria (17,5). Attendono i saldi per acquistare qualsiasi tipo di prodotto soprattutto le donne, i consumatori in età superiore ai 45 anni, residenti nelle grandi aree metropolitane e nelle regioni del Mezzogiorno, le famiglie.

Gli italiani, sottolinea l’associazione dei commercianti, stanno ricominciando a dare maggiore importanza alla qualità dei prodotti rispetto al prezzo. Aumenta la percentuale dei consumatori che si sentono tutelati acquistando a saldo: sale dal 62,1% dei saldi di gennaio 2015 al 65%. Il galleggiamento Meno ottimistiche le stime di Adusbef e Federconsumatori: “La situazione che abbiamo davanti - insistono - è di galleggiamento, poiché non si spenderà di più ma ci sarà un leggero ampliamento del numero di famiglie che acquisteranno a saldo: saranno 9 milioni e 100 mila (cioè il 38%) le famiglie che approfitteranno degli sconti, per un giro di affari complessivo di 1,68 miliardi di euro. Non ci stanchiamo di ribadire - dicono Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti - che per un aiuto a risollevare i consumi serve anche una completa liberalizzazione dei saldi. Dover aspettare i primi giorni di gennaio non ha alcun senso, visto che nessuno effettuerà acquisti proprio in attesa delle date in cui verranno avviati gli sconti”. Infine, secondo il Codacons, i saldi sono di fatto già iniziati in un negozio su tre.

Adusbef e Federconsumatori forniscono un vademecum per chi intende approfittare dei saldi. Primo: verificare il prezzo dei prodotti che si vogliono acquistare prima dellavvio dei saldi. Secondo: non fermarsi al primo negozio che sincontra ma confrontare i prezzi applicati in diversi punti vendita. Terzo: diffidare delle vetrine coperte da manifesti che non consentono di vedere la merce e di negozi che applicano sconti eccessivi. Quarto: controllare il cartellino, su cui devono essere obbligatoriamente riportati, in modo leggibile, sia il vecchio prezzo che quello nuovo, oltre alla percentuale dello sconto. Quinto: a partire da giugno 2014 i commercianti hanno lobbligo di accettare pagamento con carte di credito o bancomat tramite Pos per cifre superiori a 30 euro. Sesto: i prodotti a saldo devono essere sì di fine stagione, ma dellanno in corso e non delle stagioni degli anni passati. Settimo: anche se il cambio del prodotto non è obbligatorio ma a discrezione del negoziante, conservare lo scontrino quale prova di acquisto. Lo scontrino è infatti essenziale in caso di merce fallata o non conforme, poichè vincola il commerciante alle norme di legge relative alla garanzia di sostituzione o al rimborso della somma pagata. Ottavo: i commercianti non sono obbligati a far provare i capi di abbigliamento, tuttavia il nostro consiglio è di diffidare dei negozi in cui non sia appunto possibile provare tali capi. Nono: per problemi o bufale rivolgersi ai vigili urbani, allufficio comunale per il commercio o a un’associazione di consumatori.
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