ANCONA - Le Marche tengono duro in queste settimane di zona gialla. L’Rt puntuale anticipato ieri da Roma al governatore Francesco Acquaroli è di 0,94 (la settimana precedente 0,95) quindi l’indice di contagio è sostanzialmente stabile e anche il monitoraggio delle terapie intensive e dei ricoveri in area medica non supera le percentuali considerate a rischio dagli esperti del ministero della Salute.
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Una situazione che dovrebbe sostanzialmente aiutare a non far scivolare le Marche in arancione, anche se preoccupa la situazione che sta evolvendo in provincia di Ancona, come sottolinea lo stesso presidente: «L’Anconetano è in controtendenza rispetto alle altre province delle Marche dove invece c’è una tendenza alla stabilità o al miglioramento rispetto all’indice di contagiosità del virus».
Secondo gli ultimi dati infatti, proprio in provincia di Ancona è stato registrato balzo di contagi (+6,9) che la pone al settimo posto in Italia (a pari merito con Salerno e Benevento) come trend.
Si cerca di capire innanzitutto se si tratta di una fase che può capitare durante una pandemia o di una vera e propria recrudescenza forte del virus. In ogni caso eventuali iniziative dovranno essere prese a ragion veduta. Non basta una tendenza di uno, due, tre giorni a determinare un’azione con ordinanza o restrizioni importanti». Dunque l’attenzione è massima e le prossime ore saranno cruciali per decidere cosa sarà della provincia dorica. «Dovremo vedere l’evoluzione nei prossimi giorni, - ha ribadito Acqauroli - confrontandoci anche magari con l’Istituto superiore di sanità e il ministero per fare eventualmente le scelte più opportune». Il presidente ha fatto l’esempio di un Comune delle Marche che nei giorni scorsi «aveva denotato una tendenza particolare, poi è svanita. Con il tracciamento si è tornati alla normalità, dunque vediamo come andranno le prossime ore».
Ma il monitoraggio da lunedì a domenica sarà invece molto decisivo per mantenere la zona arancione nelle prossime settimane: il conteggio e l’osservazione dell’Iss potrebbe riconsiderare l’aumento dei ricoveri di terapia intensiva ma soprattutto i focolai - specie nelle scuole - che in questi giorni stanno interessando alcuni comuni marchigiani.
Un pressing che stressa soprattutto le attività che hanno ricominciato a lavorare in maniera graduale come ristoranti e bar, ma anche come le palestre e le piscine che speravano di riuscire a riaprire dopo mesi di inattività. Un’altra accelerata del virus rimanderebbe a tempo indeterminato la ripresa e per questo motivo la Regione con il Servizio sanitario tiene costantemente monitorata e aggiornata la situazione in maniera tale da intervenire alla prima anomalia riscontrata nel percorso tamponi e test rapidi. L’analisi proseguirà fino a domenica, poi nelle ore immediatamente successive la Regione dovrà decidere se dichiarare zona Arancione la provincia di Ancona oppure proseguire in attesa dell’Rt che arriverà tra giovedì o venerdì.