Le Marche resistono: l’Rt è 0,94. E Acquaroli riflette sulle microzone: «Decidiamo lunedì»

Le Marche resistono: l’Rt è 0,94. E Acquaroli studia sulle microzone: «Ma decidiamo lunedì»
Le Marche resistono: l’Rt è 0,94. E Acquaroli studia sulle microzone: «Ma decidiamo lunedì»
di Maria Teresa Bianciardi
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Venerdì 12 Febbraio 2021, 05:05

ANCONA -  Le Marche tengono duro in queste settimane di zona gialla. L’Rt puntuale anticipato ieri da Roma al governatore Francesco Acquaroli è di 0,94 (la settimana precedente 0,95) quindi l’indice di contagio è sostanzialmente stabile e anche il monitoraggio delle terapie intensive e dei ricoveri in area medica non supera le percentuali considerate a rischio dagli esperti del ministero della Salute.

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Una situazione che dovrebbe sostanzialmente aiutare a non far scivolare le Marche in arancione, anche se preoccupa la situazione che sta evolvendo in provincia di Ancona, come sottolinea lo stesso presidente: «L’Anconetano è in controtendenza rispetto alle altre province delle Marche dove invece c’è una tendenza alla stabilità o al miglioramento rispetto all’indice di contagiosità del virus».


Secondo gli ultimi dati infatti, proprio in provincia di Ancona è stato registrato balzo di contagi (+6,9) che la pone al settimo posto in Italia (a pari merito con Salerno e Benevento) come trend.

Dati che sono osservati attentamente dal Servizio sanitario regionale che potrebbero portare, da lunedì, a misure specifiche solo per questa parte della regione. Cioè una microzona arancione con ristoranti e bar nuovamente chiusi a pranzo e il blocco delle attività museali, mostre comprese. Il governatore non si sbilancia. «Stiamo valutando, lo facciamo ogni giorno per i dati della nostra regione. Ancona è in controtendenza rispetto al resto delle Marche e per questo motivo è attenzionata e monitorata in maniera particolare». Per questo motivo stamattina Acqauroli avrà un confronto con tutti i sindaci della provincia, in maniera tale verificare - attraverso le parole degli stessi primi cittadini - come si sta evolvendo la situazione. 


Si cerca di capire innanzitutto se si tratta di una fase che può capitare durante una pandemia o di una vera e propria recrudescenza forte del virus. In ogni caso eventuali iniziative dovranno essere prese a ragion veduta. Non basta una tendenza di uno, due, tre giorni a determinare un’azione con ordinanza o restrizioni importanti». Dunque l’attenzione è massima e le prossime ore saranno cruciali per decidere cosa sarà della provincia dorica. «Dovremo vedere l’evoluzione nei prossimi giorni, - ha ribadito Acqauroli - confrontandoci anche magari con l’Istituto superiore di sanità e il ministero per fare eventualmente le scelte più opportune». Il presidente ha fatto l’esempio di un Comune delle Marche che nei giorni scorsi «aveva denotato una tendenza particolare, poi è svanita. Con il tracciamento si è tornati alla normalità, dunque vediamo come andranno le prossime ore». 


Ma il monitoraggio da lunedì a domenica sarà invece molto decisivo per mantenere la zona arancione nelle prossime settimane: il conteggio e l’osservazione dell’Iss potrebbe riconsiderare l’aumento dei ricoveri di terapia intensiva ma soprattutto i focolai - specie nelle scuole - che in questi giorni stanno interessando alcuni comuni marchigiani. 


Un pressing che stressa soprattutto le attività che hanno ricominciato a lavorare in maniera graduale come ristoranti e bar, ma anche come le palestre e le piscine che speravano di riuscire a riaprire dopo mesi di inattività. Un’altra accelerata del virus rimanderebbe a tempo indeterminato la ripresa e per questo motivo la Regione con il Servizio sanitario tiene costantemente monitorata e aggiornata la situazione in maniera tale da intervenire alla prima anomalia riscontrata nel percorso tamponi e test rapidi. L’analisi proseguirà fino a domenica, poi nelle ore immediatamente successive la Regione dovrà decidere se dichiarare zona Arancione la provincia di Ancona oppure proseguire in attesa dell’Rt che arriverà tra giovedì o venerdì.

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