Marche, in 6 mesi segnalati 315 minori. Il report del primo semestre 2021, l’isola felice non esiste più

Marche, in 6 mesi segnalati 315 minori
Marche, in 6 mesi segnalati 315 minori
di Maria Teresa Bianciardi
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Venerdì 17 Dicembre 2021, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 11:02

ANCONA - I dati del ministero di Giustizia raccontano il lato oscuro delle Marche che fino a pochi anni fa era considerata un’isola felice. Nei primi sei mesi del 2021, l’Ufficio di servizio sociale per i minorenni ha registrato 315 tra minori e giovani adulti segnalati dall’Autorità giudiziaria: di questi 245 italiani (tra cui anche quelli di seconda generazione) e 70 stranieri, mentre sono 805 quelli presi in carico (512 italiani e 222 stranieri) dall’Ufficio di Ancona.

Si tratta di ragazzi su cui la Procura sta portando avanti le indagini per reati commessi e sui quali magari pende anche una misura cautelare.

Non si tratta, sia chiaro, dei criminal-bulli che negli ultimi mesi sono entrati in azione ad Ancona e a Pesaro, ma i reati di cui devono rispondere spaziano dalle rapine ai furti, dallo spaccio di droga allo stalking, dai reati sessuali a quelli informatici.


La discrepanza
Nel dossier nazionale salta agli occhi la discrepanza fra i dati della nostra regione e quelli di altri Uffici che devono seguire territori molto più ampi: per esempio a Napoli i minori e giovani segnalati dall’Autorità giudiziaria nello stesso periodo sono solo 115 in più, addirittura a Reggio Calabria sono 105, a Cagliari 117, a Genova 223. Cosa sta succedendo? Siamo davvero di fronte ad un’escalation preoccupante di criminalità minorile?

L’avvocato Andrea Nobili, presidente della Camera Minorile di Ancona non nasconde il problema: «Sulla base della mia esperienza professionale, posso affermare che, purtroppo, un’escalation esiste. A confermarlo sono i servizi sociali che vedono crescere giorno dopo giorno il numero di ragazzi in carico e la mole di lavoro che è chiamata a svolgere la magistratura minorile, cui vanno riconosciuti meriti significativi. Perché quello minorile è uno dei pochi settori della giustizia in cui, nonostante la non adeguatezza dei mezzi, si cerca di applicare il dettato costituzionale del recupero del reo».


Il monitoraggio
E la discrasia tra i numeri marchigiani ed quelli di altre regioni diventa un fiore all’occhiello, come spiega Patrizia Giunto, direttore regionale dell’Ufficio Servizi sociali presso Giustizia minorile: «Rispetto ad altri territori con reati più gravi, noi intercettiamo tutte le situazioni che ci vengono proposte dalla Procura. Non abbiamo lista d’attesa, riusciamo ad essere efficienti».

Una chiave di lettura che però non mette la polvere sotto il tappeto: «Interveniamo subito quando la Procura applica una misura cautelare - spiega la dottoressa Giunto - abbiamo un Centro di prima accoglienza dove vengono ristretti i ragazzi sorpresi in fragranza di reato. Nei casi più delicati dove si capisce che il ragazzo non ha una famiglia in grado di aiutarlo c’è il collocamento in comunità, oppure ci sono i percorsi di messa alla prova con prescrizioni molti rigide durante i quali devono fare anche volontariato e vengono monitorati da assistenti sociali e da psicologi».

Una messa alla prova può durare anche tre anni fino al completo ravvedimento. L’avvocato Nobili rilancia: «La causa più frequente che spinge i ragazzi a commettere reati è legata soprattutto alla fragilità del contesto familiare e sociale di appartenenza, ad uno status di povertà materiale e culturale, che possono condurre all’emarginazione. È un dato di fatto che coloro che vivono in aree periferiche svantaggiate o appartengono a minoranze etniche incorrono i rischi maggiori».


Il webinar
La situazione è talmente incandescente che oggi alle 15 su Google Meet ed in diretta sul canale Youtube dell’Associazione Fatto&Diritto si terrà un webinar con la Camera Minorile dorica dal titolo: “Gang minorili: criminalità o disagio?”, con il questore Cesare Capocasa, i giudici del Tribunale dei minori Paola Mureddu e Joseph Moyersoen, gli assessori comunali Emma Capogrossi e Tiziana Borini. Moderano gli avvocati Andrea Nobili e Tommaso Rossi (presidente Associazione Fatto&Diritto).

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