ANCONA - Una lista della spesa declinata su tre emergenze da affrontare subito - ricostruzione e dissesto idrogeologico, carenze infrastrutturali e transizione energetica - e 10 priorità. È il documento fatto recapitare da Confindustria e Ance Marche all’indirizzo di Palazzo Raffaello, alla base di un protocollo d’intesa tra l’associazione di categoria e la Regione per il rilancio del territorio. E la prima delle priorità messe nero su bianco dagli industriali marchigiani - quella per una «regione più attenta e competitiva» - si traduce in tre richieste: «più ascolto istituzionale; più visione e programmazione; più capacità realizzativa e verifica dei risultati».
Il giro di boa
Al giro di boa di metà mandato per la giunta Acquaroli, ecco dunque il decalogo che ha come obiettivo quello di far uscire le Marche dal gruppo delle regioni in transizione per tornare a sedere al tavolo dei grandi.
La transizione
E ancora: risorse umane qualificate e giovani; transizione digitale, innovazione e ricerca, a cui affiancare anche la transizione ecologica. Senza dimenticare l’internazionalizzazione, aprendo le Marche a nuovi mercati, perché se una cosa hanno insegnato gli ultimi tre complicatissimi anni è che la parola chiave deve essere “diversificare”. C’è poi il capitolo investimenti&credito, definito nel decalogo «ossigeno per la crescita». Perché senza finanziamenti, non si va da nessuna parte. Lapalissiano.
I tempi
Ultimo, ma non in ordine di importanza, il punto dedicato al turismo, con il passaggio «dall’emergenza al rilancio della filiera». Dieci obiettivi da tradurre in azioni concrete e da portare a casa «entro la fine della legislatura», definisce la deadline il protocollo. Piano ambizioso e tempi stretti: un binomio che in Italia non vanta ottimi precedenti. Ce la faranno i nostri eroi?
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