ANCONA - Non si trovano giovani disposti a lavorare perché preferiscono restare ad oziare sul divano. Tanto, c’è il reddito di cittadinanza. Un refrain che da tre anni - ovvero da quanto la misura è stata introdotta dal governo Conte I - rimbalza di bocca in bocca diventando di fatto un postulato insindacabile. Ma è davvero così? Le nuove generazioni preferiscono il benefit ad un posto di lavoro nel quale percepirebbero una remunerazione superiore? Guardando da vicino il fenomeno, si direbbe proprio di no. Andiamo con ordine: l’Osservatorio statistico dell’Inps ha aggiornato, lo scorso 9 maggio, il quadro del bacino dei percettori del reddito di cittadinanza, tracciandone l’evoluzione fino ad aprile 2022.
Le cifre dell’Inps
Ciò che balza subito all’occhio, è che l’importo medio mensile si assesta sui 514 euro: difficile pensare che la cifra possa sostituirsi ad uno stipendio.
Questione di età
Questi dati evidenziano il modesto appeal dei beneficiari sulla reale domanda di lavoro, in quanto contrassegnati da problemi pregressi di natura extra-lavorativa e da condizioni non favorevoli per l’inserimento immediato nel mercato del lavoro. Al 31 dicembre 2021, i beneficiari occupati erano 3.179 (su una platea di occupabili di 8.400 unità), per la maggior parte donne (50,6%), di cittadinanza italiana (63,7%) e di un’età compresa tra i 40 ed i 49 anni (27,8%). Secondo Barbara Lucchi, segretaria generale Filcams Cgil Marche, «da un’analisi di questi dati emerge come la narrazione sul reddito di cittadinanza, preferito rispetto ad una stabile occupazione nel turismo, sia non solo falsa ma anche infondata».
Il rovescio della medaglia
Insomma, se non si trovano persone per coprire lavori stagionali, il reddito di cittadinanza sembra entrarci poco. Certo, poi c’è anche il rovescio della medaglia. Infatti, è anche vero che non sempre chi percepisce il reddito di cittadinanza ne abbia davvero diritto: è di ieri la notizia di un 41enne della Vallesina pizzicato dai carabinieri a percepire il benefit pur avendo già un lavoro. Comportamenti che contribuiscono a gettare un’ombra sulla misura. Lo scorso aprile, un esercito di furbetti composto da 955 persone,tra Marche, Lazio, Toscana, Umbria e Sardegna, ha percepito per circa un anno illecitamente il reddito di cittadinanza: in poco più di 12 mesi, circa 5 milioni di euro del sussidio. «Stiamo continuando con i controlli e le verifiche del caso, come su tutte le prestazioni che eroghiamo», fa sapere il direttore dell’Inps Marche, Alessandro Crudi. In generale, come in ogni contesto, il fare di tutta l’erba un fascio non è mai il modo giusto di approcciare un tema.