Caso Mangialardi e primarie, riecco le infinite anime del Pd. «Morani sopra le righe». «No, ha ragione Alessia»

Nodo-Mangialardi, tanti pensieri diversi nel Pd

Caso Mangialardi e primarie, riecco le infinite anime del Pd. «Morani sopra le righe». «No, ha ragione Alessia»
Caso Mangialardi e primarie, riecco le infinite anime del Pd. «Morani sopra le righe». «No, ha ragione Alessia»
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Venerdì 13 Maggio 2022, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 01:28

ANCONA  - La bomba deflagra nelle sonnacchiosa giornate primaverili del Partito democratico. Dopo l’intervista rilasciata al Corriere Adriatico dalla deputata Alessia Morani, le chat dei dem si sono infuocate e già nella mattinata di ieri il tam tam aveva raggiunto proporzioni bibliche. Accesi scambi di messaggi, prese di posizione, ed anche un’alzata di sopracciglio da parte del commissario regionale Alberto Losacco.

Non tanto per la road map abbozzata dall’onorevole che fissa il Congresso ad ottobre – rigorosamente tramite primarie –, quanto per l’aver tirato di nuovo fuori dal cilindro un argomento che il leader pro tempore sperava di aver archiviato definitivamente, dopo il polverone sollevato a livello nazionale. Parliamo della story pubblicata dal capogruppo regionale Maurizio Mangialardi con Salvini e Le Pen a testa in giù.

Uno scivolone per il quale, secondo Morani, avrebbe dovuto fare un passo indietro dal suo ruolo in Consiglio. 


Se Losacco preferisce non commentare ai microfoni, il diretto interessato dribbla la polemica: «Rispetto le opinioni di tutti – va di diplomazia Mangialardi –, ma sono abituato a discutere nelle sedi opportune, non sulla stampa. Mi occupo dei problemi che toccano da vicino i marchigiani e, nel mio ruolo, voglio contrastare l’operato di questo governo di destra che si sta dimostrando sempre più inadatto a ricoprire un incarico istituzionale». Se il politically correct è l’approccio usato dai dem sul palco, dietro le quinte le frecciate si sprecano. Ma va detto che sono diversi gli esponenti che, in larga parte condividono i contenuti dell’intervista di Morani, soprattutto in merito al congresso.

Non è tra questi l’ex presidente dell’assemblea regionale Silvana Amati che, con il piglio schietto che la contraddistingue, non lesina bacchettate: «Morani è sempre sopra le righe. Che senso aveva tirare fuori lo scivolone di Mangialardi, ampiamente spiegato dal diretto interessato?». E sulle tappe della fase congressuale è altrettanto tranchant, sottolineando come «non siano i singoli a decidere il cronoprogramma, né a stabilire se vadano fatte le primarie o meno. È un percorso che va fatto insieme ed un’esponente nazionale dovrebbe essere la prima a dare l’esempio». Posizione condivisa dalla vice capogruppo Anna Casini, che evidenzia come «ci sia un commissario e spetta a lui stabilire obiettivi e tempistiche, confrontandosi con il gruppo dirigente e con i territori». Più vicino alla “linea Morani”, invece, il consigliere Romano Carancini, che allarga lo zoom e pone delle domande: «Stiamo davvero progettando la fase congressuale o c’è un blocco fino alle elezioni Politiche del 2023? Nel gruppo consiliare si stanno replicando le stesse divisioni congressuali che hanno poi portato al commissariamento?». 


Che non si vada d’amore e d’accordo all’interno del gruppo è cosa risaputa e si è indubbiamente creata una divaricazione, con Mangialardi, Casini, Biancani, Vitri e Cesetti da una parte; Bora, Carancini e Mastrovincenzo dall’altra. Quest’ultimo gira però il mirino verso «una destra incapace di governare la nostra regione. Avevano annunciato rivoluzioni, stanno facendo solo danni, conditi da dichiarazioni imbarazzanti. Per contrastare questa maggioranza serve un’opposizione efficace e rigorosa. È quindi fondamentale un Pd forte e rigenerato. Credo sia quindi indispensabile fare un congresso che aiuti questo processo, da svolgersi in tempi brevi da concordare con il Commissario, e con le primarie per restituire voce ai nostri elettori. Chi sarà il nostro candidato lo decideremo insieme. La speranza comunque è che chi si metterà a disposizione poi non sia oggetto di attacchi personali inqualificabili come successe a me 6 mesi fa: sarebbe un pessimo inizio». 


Per il battitore libero Cesetti, «le parole di Morani sul congresso sono condivisibili e ha ragione quando dice che il commissariamento andava fatto prima. Ora dobbiamo fare il congresso presto e bene; altrimenti, diciamoci chiaramente che l’intenzione è quella di indirlo dopo le Politiche del 2023». A spalleggiare la presa di posizione della deputata c’è anche il suo “compagno di area” (Base riformista), il deputato Mario Morgoni, secondo cui «abbiamo uno degli esperimenti più inquietanti di governo di destra al governo e c’è assoluto bisogno del Pd, che invece è fermo da due anni. Il partito ha la necessità di liberarsi di alcune ipoteche pesanti, ombre che riguardano il passato». La vigilia della notte dei lunghi coltelli?

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