I piani di Garofalo e l'ottimismo decolla: «Porto, ora si recuperano tempo perduto e progetti»

I piani Garofalo e un coro di ottimismo: «Porto, ora si recuperano tempo perduto e progetti»
I piani Garofalo e un coro di ottimismo: «Porto, ora si recuperano tempo perduto e progetti»
di Maria Cristina Benedetti
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Venerdì 11 Marzo 2022, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 21:16

ANCONA - Sul fronte del porto tramonta il concetto del “guarda e passa”. Si cambia. Con l’arrivo di Enzo Garofalo, tra una settimana appena, la sfida sarà la sintesi del trasporto. Un’unica regia per navi, treni, aerei e fettucce d’asfalto come affermato dal presidente Ap in pectore su queste colonne. È già al suo fianco, Donato Iacobucci: «Come dirgli di no. L’obiettivo che si pone il futuro leader dell’Autorità portuale è molto sensato».

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Il prof di Economia Applicata presso il dipartimento di Ingegneria della Politecnica segue la logica d’un ragionamento che viene da lontano: «È un riprendere il filo del progetto dell’interporto di Jesi.

Sarebbe dovuta essere una infrastruttura intermodale, con tutti i mezzi del territorio in relazione tra loro. Fondamentale». Una pietra miliare rimasta ferma sul terreno delle intenzioni. «Il porto di Ancona, al momento, è un transito per le merci tra il nord e il sud d’Europa. Solo marginalmente è al servizio della manifattura regionale. Migliorare la sua offerta significa diventare riferimento anche per le produzioni locali». Lo scatto. 


La firma del decreto e via. Si apre l’epoca dell’ingegnere che arriva da Messina. Alberto Rossi sfida con lo sguardo dell’armatore l’orizzonte: «Sono estremamente contento perché è da molto che lo aspettavamo. La sua preparazione e le sue capacità anticipano la sua venuta. È una figura di grande valore sulla quale puntiamo per recuperare il tempo perduto e per mettere a terra tutti i progetti rimasti in sospeso». Uno su tutti? «Penso alle banchine, all’escavo dei fondali. Garofalo ha già posto l’attenzione sulla necessità di affrontare il legame tra il porto e la città, un elemento, questo, che andrà risolto in modo strutturale». Un bene, bravo su tutta la linea. «L’intermodalità che propone? Uno strumento imprescindibile per rendere funzionale lo scalo. È essenziale sapere come arrivarci e come uscirne, il più velocemente possibile». Il tassello mancante per farne l’autostrada del mare per le produzioni made in Marche: «Ancona ci ha sempre provato, stavolta potrebbe essere la volta buona». Dà il visto-si-stampi. 


Sfronda, Andrea Morandi: «Esprimo forte soddisfazione per essere finalmente giunti alla conclusione dell’iter di nomina». L’amministratore delegato del gruppo concentrato su spedizioni, trasporti, logistica, servizi navali e turistici, imprime il ritmo: «L’intermodalita è una delle leve su cui la Dorica deve puntare per far crescere il traffico traghettistico, soprattutto verso la Grecia». Si affida al principio sacrosanto dei numeri: «Il collegamento con la repubblica ellenica realizza oltre l’85% delle tonnellate di merci solide trasportate da e per Ancona via traghetto, con un incremento del 20% rispetto al dato pre-Covid del 2019 e un aumento del 40% se si considerano solo i container». Non ha dubbi: «Garofalo ha centrato il tema principale». È già oltre, Morandi: «Ci sono i fondali da adeguare, la nuova darsena da completare e l’ hub croceristico. Tutti temi sui quali siamo più che pronti a confrontarci dopo il lungo periodo di stand by». Non concede tempo al tempo. 


Ancona come Dubai o Singapore. Ludovico Scortichini è puro entusiasmo. «Assolutamente sì, intermodalità. Come presidente di Confindustria Turismo sono anni che la sostengo». Accorcia le distanze tra navi, treni, aerei, strade, poi cambia angolazione per ribadire la sostanza: «Il porto è subito dentro la città, chi ci vive deve fare i conti con il disagio dell’arrivo dei tir, con l’inquinamento alle stelle. Bene, l’effetto combinato potrebbe risolvere anche quei fastidi». Scortichini rilancia: «Suggerisco anche l’integrazione intelligente». Traduce: «Il nostro scalo, attraverso una serie di servizi, diventi un hub, una porta d’entrata». Alla scoperta delle bellezze doriche e del territorio tutto. «Abbiamo a pochi chilometri da qui la Basilica di Loreto, tra i più importanti e visitati santuari mariani; la superbia del Palazzo Ducale di Urbino; la suggestione delle grotte di Frasassi». Condensa il tutto in una formula: Ancona-stop-over. «Un progetto simile l’ho realizzato per il Comune e il porto di Bari». Tre i passaggi chiave: trasporti connessi, accoglienza convenzionata e informazioni no stop. Oltre il fronte del porto, Ancona come Dubai o Singapore. Garofalo è avvertito.

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