ANCONA - «Gli incassi ci sono, ma manca il guadagno». Basterebbero queste otto parole a sintetizzare come sta procedendo, nei porti marchigiani, la ripresa delle attività di pesca dopo il fermo biologico. Da Civitanova in su, quindi risalendo il litorale e passando per Ancona e Pesaro, la situazione continua ad essere dura con uscite centellinate a causa del costo del carburante che, seppur sceso di qualche centesimo (siamo intorno all’euro e dieci cent), rappresenta ugualmente il mostro che divora ogni banconota guadagnata con la vendita del pesce. Le cose stanno andando meglio nel Sud della regione ma soltanto perché San Benedetto ha ripreso le attività soltanto da una decina di giorni e la richiesta, dopo lo stop di oltre un mese, continua ad essere superiore alla media. Ma anche lì sono tutti pronti a scommettere che presto ci si troverà nella stessa condizione del resto della regione.
La situazione peggiore, al momento, sembra registrarsi nell’Anconetano: «Come va la ripresa? Male.
L’incertezza
Il quadro è quello di una situazione drammatica e non c’è alcuna certezza di cosa ci sia oltre la linea dell’orizzonte. A San Benedetto si è tornati in mare da una settimana e mezzo e la situazione sembra ancora vivere sulla scia dell’entusiasmo per l’elevata richiesta di pesca. Ma per Giuseppe Pallesca, rappresentante della marineria, si tratta di una frase destinata a durare poco. Le cose non sono andate male nei giorni scorsi. Il pesce c’era e il mercato sembra essere stato favorevole ad armatori e imbarcati tanto che, più o meno all’unanimità, si è deciso di proseguire a fare tre uscite alla settimana invece di due.