Pesarini di Confindustria Macerata: «Prima gli uomini e non i capannoni»

Pesarini di Confindustria Macerata: «Prima gli uomini e non i capannoni»
Pesarini di Confindustria Macerata: «Prima gli uomini e non i capannoni»
di Luca Patrassi
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Mercoledì 27 Novembre 2019, 12:39 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 11:36

Gianluca Pesarini è il presidente della territoriale maceratese di Confindustria. L’invito a fare sistema nelle Marche è oramai un brand storico ma poco raccolto, almeno finora.
«Fare squadra non deve essere uno slogan, le Marche hanno la popolazione di un quartiere di Roma e senza posizione sinergiche non arriviamo al tavolo di quel Governo che deve darci risposte in termini di infrastrutture, digitalizzazione, servizi e permettere alle imprese di generale quel valore aggiunto che si chiama made in Italy».

Facile a dirsi ma le imprese poi non trovano reti sinergiche e formazione adeguata.
«Viviamo di qualità e per farlo ci deve anche essere un sistema formativo – Università ed istituti – che prepari il capitale umano che è il vero generatore di benessere per il territorio. Il capitale delle aziende attrattive sono le persone, non i capannoni.». 

Per attrarre giovani qualificati ci vogliono anche occasioni di lavoro.
«Un giovane che, per esempio, voglia fare carriera in banca non può più farlo nelle Marche visto che di grandi locali non ce ne sono più dopo la vicenda ex Banca Marche».

Ma Confindustria riesce a lavorare insieme per il futuro dell’economia oppure si è ancora legati ai territori?
«Stiamo studiando iniziative comuni legate alla digitalizzazione per dare alle imprese l’assistenza necessaria per imporsi. Progetti che stiamo assumendo insieme su base regionale». 

Cosa si augura per l’imprenditoria marchigiana?
«Facciamo prodotti di qualità che esaltano il made in Italy ed evidenziando la disponibilità di una filiera locale in grado di seguire tutte le fasi produttive. Dobbiamo quindi portare nuovi investimenti e tecnologie per evitare che le Marche -dove il 43% del pil è generato comunque dalle imprese manifatturiere - scivolino verso quelle regioni del meridione che vivono di assistenzialismo statale».

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