ANCONA - Il giorno è segnato in rosso sul calendario. Non tanto in quanto domenica, ma perché rappresenterà la data spartiacque per il Partito democratico. Lo scorso venerdì, la direzione ha definito il cronoprogramma, stabilendo che il congresso regionale si terrà il 19 dicembre, mentre quelli provinciali e dei circoli partiranno con due settimane d’anticipo, il 5 dicembre.
A più di un anno dalla debacle delle elezioni Regionali, insomma, il Pd cambierà classe dirigente – almeno a parole – e, per il momento, i due candidati più papabili per il dopo-Gostoli sembrano essere la deputata Alessia Morani e l’ex sindaco di Force Augusto Curti. Nell’attesa, il gruppo consiliare traccia un bilancio dell’ultimo anno di lavori in aula, lanciando sonore bordate alla giunta Acquaroli, definita «arrogante ed arroccata, ancora in campagna elettorale», dal capogruppo Maurizio Mangialardi, e «labile ed inconsistente, insensibile alle fasce più deboli», dal consigliere Antonio Mastrovincenzo.
«Andrebbero denunciati per plagio», la chiosa di Fabrizio Cesetti, che rivendica anche il giudizio di piena parificazione dato dalla corte dei Conti «ad un bilancio che ho fatto io. Le risorse, i progetti ed i dirigenti sono i nostri, vuol dire che la giunta Ceriscioli è sopravvissuta a se stessa». Insomma, il Pd dà una lettura “al contrario” del quadro tracciato dall’esecutivo, lo scorso lunedì, sul primo anno di mandato. «Alla fine dei 5 anni – pronostica Mangialardi – saranno realizzate solo le opere avviate dalla precedente amministrazione, ovvero gli ospedali di Fermo, Amandola, Inrca e Salesi».
Sul tema del lavoro, poi, sottolinea come «la vertenza Elica sia l’emblema di ciò che un’amministrazione non deve fare: non si doveva ammiccare alla proprietà». Quanto al welfare, Mastrovincenzo sottolinea la «totale insensibilità per le fasce deboli della popolazione. Mercoledì porteremo in Consiglio una mozione per ripristinare i 300mila euro per la povertà assoluta che avevamo messo a bilancio nel 2020 e spariti nel 2021». Per la vice capogruppo Anna Casini, «la pianificazione della ricostruzione non è certo di questa giunta» e muove una pesante critica anche sulla gestione del Contratti Istituzionali di Sviluppo, per la modifica dei criteri a presentazione di progetti già avvenuta.
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