Allevi: «Comporre musica è un abbraccio stordente. Viaggerò nel passato per cancellare gli incubi»

Allevi: «Comporre musica è un abbraccio stordente. Viaggerò nel passato per cancellare gli incubi»
Allevi: «Comporre musica è un abbraccio stordente. Viaggerò nel passato per cancellare gli incubi»
di Andrea Taffi
5 Minuti di Lettura
Domenica 27 Giugno 2021, 04:50

La vita che torna in vita è tutta nella fotografia di Giovanni Allevi, il compositore e pianista che il 7 luglio tornerà a esibirsi dal vivo, a Lucerna. In questa intervista racconta il maestro ascolano racconta la lunghissima vigilia vissuta durante la pandemia ma soprattutto il tempo che verrà dopo il Covid con spazi anche per il suo nuovo lavoro Kiss me again e per il videoclip realizzato sullo Stretto a Reggio Calabria con due primi due ballerini della Scala protagonisti: i corpi prima sono insensibili poi si trasformano e tornano ad abbracciare e a baciarsi. 

Parliamo di futuro, Maestro. Che settembre si immagina? In battere, in levare? Tempi sincopati o di armonia? Di crescendo o di adagio?
«Immagino un settembre in Re Maggiore, una tonalità solare e terrena, che si sviluppa su passaggi struggenti, momenti di buio e paradisiache altezze. La nostra vita è già una sinfonia».


Ha composto l’attualissimo brano “Kiss me again”. Una speranza ma anche quasi una realtà. Com’è nata questa composizione?
«È nata in piena pandemia, nel momento esatto in cui nell’angoscia collettiva si è affacciata la certezza di un lieto fine. La melodia entra con forza, come quando in una stanza buia si apre una finestra al mattino, su un cielo limpido spazzato dal vento. Kiss ma again è la ricerca di una libertà cui non siamo quasi più abituati».

Quale delle sue composizioni del passato metterebbe vicino a questo tempo così striato di contraddizioni? Stiamo riaprendo ma le varianti ci tengono in ansia.
«Tutte le mie composizioni nascono dalla contraddizione insita nella mia personalità. Sono angelo e demone, anziano e giovane, sono un rivoluzionario che ama il passato, un viaggiatore che ama l’immobilità, un seduttore che disprezza se stesso. In ogni mia composizione non posso che riflettere questa dicotomia che solo la musica riesce a sublimare e rendere più affascinante. Se dovessi comunque scegliere un brano suggerirei “A life in a day”, perché dobbiamo vivere più intensamente possibile il nostro presente, come se un giorno solo riassumesse una vita intera».

Lei ha fatto il vaccino? Se sì o no perché?
«Sì, perché credo nella ricerca scientifica, e per onorare il sacrificio dei tanti medici ed infermieri morti per salvare le nostre vite». 

Come si immagina i suoi prossimi concerti? E dal suo primo live cosa si attende?
«Mi attendo una grandissima partecipazione, e già ne sto avendo un assaggio negli appuntamenti di questi giorni. Il primo live sarà al prestigioso teatro KKL di Lucerna (ieri sera, ndr), luogo simbolo della musica classica mondiale, che è inscindibilmente legato alla figura di Claudio Abbado. Aprirò il concerto suonando per la prima volta davanti un pubblico presente in sala “Kiss me again”.

Sarà per me un’emozione sconvolgente».

Può accennare qualcosa delle nuove incisioni e di tutto il percorso che c’è stato per arrivarci? La sofferenza dell’artista e la catarsi della composizione. La liberazione del creare qualcosa di nuovo. Qual è stata l’azione che le ha comunicato la sensazione di liberazione: un panorama, un odore, un sapore? 
«Immagino lo stordimento di un abbraccio, l’uscire fuori da sé per gettarsi di nuovo nella vita, e stringerla al cuore. Sono queste le sensazioni che accompagnano i miei deliri compositivi, che affronto in preda all’istinto, senza più pensare in termini discografici. Pura incoscienza, pura poesia, tormento ed estasi. E’ la Musica l’unica a dettare le sue regole».

Qual è il primo viaggio che farà e perché?
«Vorrei fare un viaggio nel tempo. Anche se le moderne correnti della psicopatologia insistono sulla non importanza del passato, io vorrei rivivere quel giorno in cui fui sospeso ingiustamente da scuola in quinta elementare. Vorrei potermi ribellare a quanto accaduto. E invece ho subìto tutto in silenzio». 

Quanto di questo tempo ha vissuto ad Ascoli? E come lo ha vissuto? Il Piceno ha vissuto e vive difficoltà molto particolari. 
«Ho vissuto molto tempo ad Ascoli in questo periodo, in disparte, nel silenzio della natura di una casa in campagna situata un pò fuori città. La Natura sembra indifferente alle vicende umane, come ritenevano i greci antichi, e contemplarla mi ha aiutato a prendere le distanze dalle inquietudini che tutti abbiamo sofferto. Ascoli è una città splendida, che merita di essere scoperta insieme ad altre città d’arte, ed è per questo che ho voluto supportare gratuitamente la sua attività di promozione con la mia musica».

Obblighi di legge a parte continuerà a tenere la mascherina?
«Se la legge sarà promulgata da persone competenti che sanno di cosa stiamo parlando, sì. Se invece la mascherina è uno strumento in mano al potere per controllarci e continuare a tenerci a distanza anche quando non sarà più necessario, no».

Nel nuovo videoclip ha unito due arti eccellenti come la musica e la danza. Due arti che hanno molto sofferto nell’ultimo periodo. Com’è nata questa idea?
«Ho voluto ospitare nel mio videoclip, accanto al pianoforte, l’eccellenza della danza classica: due primi ballerini del Teatro alla Scala di Milano. Grazie alle intuizioni del giovane coreografo Damiano Artale, i danzatori Virna Toppi e Gioacchino Starace hanno raccontano in maniera sublime la tensione amorosa tra due corpi, all’inizio insensibili ed immobilizzati, che tornano finalmente ad abbracciarsi e a baciarsi. L’idea è nata dall’esigenza, dal desiderio di ritrovare un contatto fisico che è insito e necessario alla completa espressione della natura umana».

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