ANCONA - Il mese che ha cambiato tutto, rovesciando sulle nostre vite l’ondata d’autunno del Coronavirus, consegna alle statistiche numeri impressionanti. Se a fine settembre i contagi nelle Marche da inizio dell’epidemia erano poco meno di 8mila, con neanche 800 casi positivi in corso, a ottobre se ne sono aggiunti 6.166, arrivando ieri a quota 14.121, con 6.106 infezioni attive, sommando i 322 ricoverati (erano 30 un mese fa) ai 5.783 in isolamento a casa. E il quadro è destinato a peggiorare, se è vero che - come annunciato ieri dall’assessore alla Sanità Saltamartini - nelle Marche l’indice di contagiosità Rt per la valutazione del rischio è passato da 1,45 nel periodo 5-11 ottobre a 1,55 nel range 12-18 ottobre.
LEGGI ANCHE:
Coronavirus, altri due morti nelle Marche: nelle ultime 24 ore hanno perso la vita due donne
L’epidemia intanto ha cambiato volto - come illustrano le statistiche dell’Osservatorio epidemiologico della Regione Marche, diretto dal dottor Marco Pompili - con l’abbassamento dell’età media dei contagiati rispetto a primavera, ma in rialzo nelle ultime settimane, e l’aumento dei casi asintomatici, passati dal 61% di settembre al 75% delle ultime quattro settimane. Soggetti che, contagiosi senza saperlo, rischiano di giocare un involontario ruolo nella diffusione dell’epidemia. E se è vero che tre dei nuovi positivi su quattro neanche si accorgerebbero di essersi presi il virus, se non fosse il test del tampone a rivelarlo, con numeri così alti basta il restante 25% per far salire il livello d’allarme. Sono diminuiti i pauci-sintomatici (con pochi e non preoccupanti sintomi) scesi in un mese dal 35 al 20%, ma a preoccupare - per il sovraccarico sui servizi sanitari - sono le altre due categorie in cui vengono classificati i positivi in base allo stato clinico. I casi lievi, nelle ultime quattro settimane, sono stati 130 (2,7%) e hanno affollato i reparti di Malattie infettive, Pneumologia e altri non intensivi. I casi con diagnosi severo-critico sono stati 73 (l’1,5%, contro il 2,2% di settembre) ma è bastata questa quota apparentemente trascurabile per ritrovarsi ieri con 47 ricoverati nei reparti di terapia intensiva delle Marche (erano 2 il 30 settembre) e 72 nelle aree di semi intensiva, contro i 2 di un mese fa.
L’impennata dei contagi è illustrata bene dal grafico sull’evoluzione del rapporto tra casi positivi e tamponi diagnosticati ogni giorno.
In questi otto mesi di epidemia è cambiata anche l’età media dei contagiati. Era di 62,3 anni tra il 21 marzo e il 4 aprile, di 60,5 nelle sei settimane fino al 23 maggio, e di 41,9 anni tra fine maggio e il 17 ottobre. Nelle ultime due settimane è salita a 42,3 anni e poi (in soli cinque giorni) a 44,5.
E basta mettere a confronto la stratificazione per età dei nuovi casi, tra aprile e ottobre, per accorgersi che in questa seconda fase - anche per effetto della riapertura delle scuole - sono molto più coinvolti bambini e teenagers. Le classi d’età tra i 5 e i 19 anni, dalla materna alle superiori, che ad aprile “fatturavano” meno del 3% del totale dei casi, a ottobre raggiungono il 17,5%.
Sei mesi fa le categorie più affollate della curva dei contagi per età erano quelle tra 85-89 anni (circa il 10%) e 80-84 (9%), ora scese entrambe intorno al 3%. Finora siamo riusciti a proteggere meglio le categorie più fragili, ma il virus ha ripreso a infiltrarsi nelle Rsa e nelle case di riposo e a ottobre ci sono stati 29 morti, quasi tutti anziani, mentre a settembre l’epidemia aveva fatto tre vittime.