Gli ospedali verso il baratro, l’assessore chiama i vertici: «Basta, si deve collaborare»

Gli ospedali verso il baratro, l assessore chiama i vertici: «Basta, si deve collaborare»
Gli ospedali verso il baratro, l’assessore chiama i vertici: «Basta, si deve collaborare»
di Martina Marinangeli
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Domenica 8 Novembre 2020, 03:45

ANCONA  - «La situazione dei nostri ospedali sta arrivando al limite». Non gira troppo intorno al punto l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, che per stamattina ha convocato in Regione una riunione domenicale con i dirigenti sanitari. Un incontro urgente per riorganizzare il tetris dei reparti nei nosocomi marchigiani, dato il numero crescente di ricoveri soprattutto nelle Malattie infettive. La corsa del Covid, che nelle ultime settimane è tornato a galoppare a velocità allarmante, sta stressando il sistema sanitario regionale e serve un scatto per evitare che si riproponga lo scenario critico vissuto tra marzo ed aprile.

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«La terapia intensiva è arrivata al 60-70% della capacità, quindi abbiamo ancora dei margini», traccia un bilancio l’ex sindaco di Cingoli. «Quelli che stiamo esaurendo sono i posti diciamo ordinari, nei reparti infettivi. Il piano pandemico prevedeva tre fasi: nella prima, i malati venivano presi in carico a Marche Nord, a Torrette e dall’ospedale di Fermo. Nella seconda, era previsto che in ogni provincia si lasciasse “libero” un ospedale (nella fattispecie, Urbino, Fabriano, Macerata ed Ascoli), mentre tutti gli altri erano per metà Covid e per metà non Covid».

Anche questa seconda deadline, però, è stata superata e «ora, siamo arrivati alla terza fase, per cui di fronte all’aumento delle persone che si presentano al pronto soccorso con sintomi, dobbiamo garantire posti letto e li stiamo recuperando da vari reparti, come ad esempio ortopedia, e questo sta determinando una crisi del sistema». Agire in prospettiva, correndo più veloce del virus, è l’unico modo per evitare il collasso degli ospedali, ma intanto si cerca di gestire la quotidianità che sta diventando sempre più complessa. «La riunione di domani (oggi, ndr) serve per fare un punto, perché le aziende ospedaliere sono quattro parrocchie diverse – una pazzia in una regione piccola come la nostra – e dobbiamo coordinarci. Se un’azienda ha ricoverati al 40%, un’altra non può averne 5%. Ci deve essere più collaborazione, in modo che non ci siano questi sbilanciamenti». L’approccio di Saltamartini al “mondo sanità” è ormai noto nel settore ed è quello di chi vuol far sapere che c’è un nuovo sceriffo in città: blitz nelle case di risposo e negli ospedali, chiamate a campione nei reparti, confronti serrati e quotidiani con i vertici.

E venerdì si è fatto anche passare le chiamate di persone infuriate che si sono rivolte agli uffici della Regione perché non riuscivano a parlare con nessuno per ottenere informazioni: «Negli uffici amministrativi si lavora ancora come se nulla stesse accadendo – la stilettata di Saltamartini –.

Fanno l’orario standard, con il venerdì pomeriggio chiuso ed il weekend a casa. Non va bene, perciò ho preteso che si organizzino per coprire anche il sabato e la domenica. Sono tornato alla carica per dire loro che devono rispondere ai cittadini: il personale amministrativo deve capire che deve lavorare tanto quanto il personale che sta nelle corsie». Di sicuro, non si può dire che usi mezzi termini l’assessore alla Sanità, che va anche oltre: «La lamentela che sento è sempre quella della carenza di organico: se il problema esiste, non significa che possiamo non dare risposte. Si devono organizzare. Manca tutto, siamo d’accordo: ma quello che abbiamo, come lo vogliamo organizzare?» 

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