Orte Falconara, l'assessore regionale Baldelli: «Il raddoppio è a rischio, rimoduliamo le scadenze e troveremo altri fondi»

Orte Falconara, l'assessore regionale Baldelli: «Il raddoppio è a rischio, rimoduliamo le scadenze e troveremo altri fondi»
Orte Falconara, l'assessore regionale Baldelli: «Il raddoppio è a rischio, rimoduliamo le scadenze e troveremo altri fondi»
di Maria Cristina Benedetti
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Sabato 1 Aprile 2023, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 12:42

ANCONA - Converte in opportunità la posizione di rischio che corre sulla Orte-Falconara, Francesco Baldelli. Diluisce, l’assessore regionale ai Lavori pubblici, il timore di veder svanire i fondi del Pnrr, funzionali al raddoppio di quella tratta, e risponde all’allarme lanciato dal viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, il quale avverte: «Progettazioni complesse, su cui siamo molto indietro, ed è difficile pensare che si possano realizzare in tempi così brevi». L’alternativa, la sua: «Si possono sempre spostare in avanti le scadenze europee, per completare gli interventi già attivati, o rimodulare le risorse».

Baldelli sceglie il filtro dell’ottimismo per reimpostare il teorema delle cosiddette “Opere chimera”.

Nel caleidoscopio di corridoi e anticamere dei ministeri vari vengono catalogate così quelle azioni che hanno un coefficiente di complessità tale da far presagire il mancato rispetto di un cronoprogramma, troppo tirato, imposto dall’Europa. 


I lotti


Procede, con i fatti. Elenca i lotti finanziati con risorse ordinarie e quelli legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza, l’assessore; ricorda poi lo stato dei progetti e le strade percorribili per salvare il salvabile di una operazione faraonica, promessa da sempre e realizzata mai, di rigenerazione sui binari. La data per ora è senza appello: 31 dicembre 2026, la meta entro la quale garantire la fine del cantiere e il collaudo dell’opera. Pena la perdita del denaro del Next generation Ue. Un intervallo temporale che appare davvero troppo stretto per la Orte-Falconara. Baldelli va di denominatore comune: «Per le opere lineari, cioè che si sviluppano lungo chilometri, e non in un punto come nel caso di un edificio, è scontato che si possano generare inconvenienti». Ostacoli d’ogni genere, come il ritrovamento di un reperto archeologico e lo svelarsi di una falda acquifera. Nulla di più imprevedibile e, al tempo stesso, possibile. 


Il punto 


L’effetto dissolvenza dell’insidia, l’assessore lo crea con l’analisi delle risorse. Fissa il punto da cui muoversi: «Sono ripartiti, sulle tratte marchigiane, 680 milioni di fondi ordinari». Srotola la mappa dei lavori in corso. «Sul primo lotto, Serra San Quirico-Castelplanio, del valore di 336 milioni, si sta lavorando al piano che, con il nuovo codice degli appalti, potrebbe accelerare». Passa al raddoppio del segmento ferrato compreso tra la postazione Pm228 e Albacina, un’impresa da 130 milioni, dei quali 95 da risorse ordinarie e la differenza dal Pnrr. «È facile - semplifica - in questo caso, metterle a terra. È progettato». Rammenta che la Falconara-Castelplanio dev’essere velocizzata, con parte di 36 milioni sempre di Pnrr, rimodernando l’impianto tecnologico. Per la tratta Fabriano-Foligno l’elaborazione è inserita nel contratto di programma 2022-2026. «Tutto è allo studio». Qui punta il navigatore sul nodo di Falconara, l’assessore. «Verrà realizzato in due fasi, con by pass ferroviario e bretella di collegamento: il primo step da 174 milioni è da contratto di programma; il secondo è da 66 milioni, di cui 36 sono già fondi ordinari». 


Il capitolo 


Arriva al mega-investimento, al capitolo più corposo. «Il secondo lotto Serra San Quirico-Genga, che vale 438 milioni da Pnrr, è un’opera complessa. Tutte le procedure si stanno portando avanti spedite. Ricevuto il nulla osta per la valutazione d’impatto ambientale dal ministero ad hoc, sono state recepite le raccomandazioni di quello della Cultura».

Non tralascia i dettagli: «Rfi, che gestisce la rete ed è il committente dell’opera, ha già trasmesso le integrazioni ai dicasteri competenti per ottenere il giudizio di ottemperanza». Il passo successivo è andare a gara. «La pubblica amministrazione sta dimostrando di lavorare correttamente».

Baldelli rilancia, il governatore Francesco Acquaroli rafforza il concetto: «Il governo sta facendo tantissimo per cercare di rimodulare il Pnrr e per consentire di mettere in campo tutte quelle risorse possibili sulle opere che possono essere cantierabili a stretto giro». Il ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto si batte per la strategia comune: «Prosegue il dialogo proficuo con la commissione Ue: siamo al lavoro per superare le difficoltà». Al tempo tiranno paventato da Rixi, l’assessore torna a contrapporre la formula, che è frutto del suo guardare attraverso il filtro dell’ottimismo: «Si possono sempre spostare in avanti le scadenze europee o rimodulare le risorse». Spalanca la porta anti-panico. 
 

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