Orte-Falconara senza pace: adesso Serra San Quirico fa ricorso per fermare il raddoppio

Orte-Falconara senza pace: adesso Serra San Quirico fa ricorso per fermare il raddoppio
Orte-Falconara senza pace: adesso Serra San Quirico fa ricorso per fermare il raddoppio
di Maria Teresa Bianciardi
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Martedì 6 Giugno 2023, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 12:46

SERRA SAN QUIRICO  - C’è chi dice no. Sembra incredibile, ma è così. Nelle Marche dove le infrastrutture da decenni procedono a passo di lumaca, una ha imboccato la strada giusta, tanto che la gara per l’affidamento dei lavori è prevista in tempi brevissimi (forse già a giugno). E proprio questa si sta tentando di impallinare.

Parliamo del lotto 2 del raddoppio della Orte-Falconara, il segmento di ferrovia che corre tra Genga e Serra San Quirico.

Il sindaco di quest’ultimo Comune, Tommaso Borri, ha fatto ricorso per bloccare l’opera, mettendo nel mirino tutti gli enti che hanno espresso parere favorevole. 


Nel mirino


A partire da Rfi, che il progetto l’ha proposto, passando per i Ministeri dell’Ambiente, della Transizione ecologica, della Cultura, della Difesa, delle Infrastrutture, dell’Economia, finanche la presidenza del Consiglio dei Ministri. Ma non si salvano neppure il Cipe, la Commissione tecnica Pnrr, il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, la Ragioneria generale dello Stato e tre diverse Soprintendenze. Tutti rei, secondo il Comune di Serra San Quirico e il legale Fabrizio Lofoco che lo rappresenta, di aver dato via libera ad un’opera altamente impattante sul territorio, senza aver dato spazio e ascolto al parere contrario del Comune. Nel documento di 41 pagine inviato al Tar del Lazio, si chiede l’annullamento «della determinazione conclusiva della Conferenza di servizi di Rfi del 26 aprile 2023», con cui si dava disco verde al progetto di fattibilità tecnica ed economica del raddoppio del lotto 2, e «del decreto del 20 marzo 2023 con il quale il ministero dell’Ambiente, di concerto con quello della Cultura, esprimeva giudizio positivo sulla compatibilità ambientale e parere favorevole circa l’assenza di incidenza negativa e significativa sui siti Natura 2000».

La richiesta

E, a seguire, si chiede anche «l’annullamento di tutti gli atti prodromici alla procedura in contestazione», oltre «all’accertamento della nullità dell’illegittima conferenza di servizi, che si è conclusa a seguito di compromissione del diritto di parteciparvi del comune ricorrente». Un bagno di sangue. Secondo il Comune «l’intervento provoca gravi danni sulle attività economiche, sulla qualità della vita, sull’ambiente, sulla fauna e sulla flora e sulle risorse del sottosuolo» e «le enormi criticità emerse anche in sede di conferenza di servizi sono illegittimamente ritenute da Rfi superabili alla stregua di un ampio novero di prescrizioni». Dal canto suo, Rfi non pare turbata dal ricorso: fonti del Gruppo fanno sapere che è altamente improbabile che si blocchi l’iter autorizzativo, in stadio molto avanzato.

E ricordano che i precedenti casi di ricorsi al Tar, inoltre, non hanno mai comportato rallentamenti dell’iter, specialmente dopo il disco verde di una Conferenza dei servizi e di tutti i ministeri chiamati ad esprimere un parere. Eppure, il Comune di Serra San Quirico non ci sta e, nel ricorso, sottolinea come esista «un’alternativa progettuale, già depositata nel mese di luglio 2022 presso la III Commissione consiliare permanente della Regione, che si ritiene possa costituire una soluzione notevolmente migliore sul piano ambientale rispetto al progetto di Rfi». Una puntata di Ai confini della realtà.

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