«Operazione Piquadro, controlli ostacolati». Indaga anche Ancona

«Operazione Piquadro, controlli ostacolati». Indaga anche Ancona
di Lorenzo Sconocchini
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Venerdì 8 Aprile 2022, 02:45

ANCONA -  Anche la Procura di Ancona è stata chiamata a occuparsi dell’inchiesta innescata da una denuncia dei soci di minoranza di Viridis Energia, la holding attiva dal 2010 nel settore delle energie rinnovabili. Nel procedimento penale che a Roma ha portato al rinvio a giudizio per infedeltà patrimoniale dell’amministratore delegato Marino Cucca e del presidente Paolo Tanoni, i pm capitolini (competenti perché le operazioni societarie contestate si erano perfezionata davanti a un notaio romano) hanno trasmesso alcuni atti alla Procura di Ancona, affinché valuti l’eventuale rilevanza penale di certe condotte. 


Nel filone principale del processo, che inizierà il 6 luglio prossimo davanti alla IV sezione penale del tribunale di Roma, il dottor Marino Cucca e l’avvocato recanatese Paolo Tanoni sono accusati di aver estromesso dall’operazione Piquadro, per l’acquisto di un impianto fotovoltaico ad Acqualagna che prometteva cospicue plusvalenze, la Pph di Paolo Pesaresi, socia al 20% della società veicolo Vrd 23 con cui si doveva perfezionare l’acquisizione. 


Nella nota di trasmissione del 25 febbraio scorso dalla Procura della Repubblica di Roma a quella di Ancona si fa riferimento invece a un’ipotesi di “impedito controllo”, il reato societario - punito con una sanzione amministrativa di oltre 10mila euro - commesso dagli amministratori che, «occultando documenti o compiendo altri idonei artifici», di fatto impediscono o comunque ostacolano l’attività di controllo dei soci.


L’ipotesi investigativa, rimessa al vaglio della Procura dorica, è che gli amministratori di Vrd 23, in particolare Cucca, abbiano messo i bastoni tra le ruote al dottor Paolo Pesaresi (figlio di Mario, presidente di Fondazione Marche) che come socio al 20% tramite la Pph cercava di poter accedere alla documentazione aziendale di Vrd 23 per capire come mai fosse stata estromesso dall’operazione.

Non una semplice curiosità, visto che la mancata acquisizione di Piquadro (poi perfezionata tramite un’altra società veicolo a cui Pesaresi non partecipava) avrebbe causato un danno alla Pph, parte civile del processo tramite l’avvocato Davide Sangiorgio di Milano, di oltre un milione e mezzo di euro, tra plusvalenze mancate e caparra versata. 


Il dottor Pesaresi, prima con istanza formale alla società e poi attraverso il tribunale, aveva chiesto verbali del Cda, scambi di corrispondenza e flussi finanziari per poter ricostruire bene le tappe dell’operazione Piquadro, conclusa nella primavera del 2020 con un’altra società veicolo, ma lamentava una serie di impedimenti - tanto da richiedere l’intervento dell’ufficiale giudiziario e della guardia di finanza - prima di ottenere tramite un perito informatico l’estrazione della documentazione dalla Vrd 23, che ha sede a Trento. 


E proprio a Trento rimandano le pochissime parole che ieri l’avvocato Paolo Tanoni, recanatese di 65 anni, socio al 25% della holding Viridis Energia, ha accettato di scambiare sulla notizia del suo rinvio a giudizio. «Leggetevi la perizia di Trento, che dà torto a chi ha fatto la denuncia», ha detto come fosse un’argomentazione tranchant della sua estraneità a ogni ipotesi di reato. Il riferimento, par di capire, è alla consulenza tecnica di un commercialista, incaricato dal Tribunale di Trento in una causa civile su altre società, che trae conclusioni anche sulla vicenda Piquadro.


Ma quella perizia, da quanto risulta al Corriere Adriatico, era stata già depositata dai legali di Tanoni, avvocati Carlo Enrico Paliero e Roberto Rampioni, con esiti non proprio decisivi. Sia in sede di udienza preliminare - e non è bastata a scongiurare il rinvio a giudizio - sia nell’istanza di dissequestro (respinta) sulle azioni di Piquadro, “congelate” per un valore di 3,9 milioni euro su richiesta del socio di minoranza Pph. I legali dell’avvocato recanatese confidano comunque di poter dimostrare l’innocenza di Tanoni in dibattimento, valorizzando gli argomenti difensivi già contenuti in una memoria di 39 pagine depositata davanti al gip di Roma. 

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