Autorità portuale, Acquaroli svela i motivi della bocciatura di Giampieri: «Ha fallito sul progetto intermodale»

Autorità portuale, Acquaroli svela i motivi della bocciatura di Giampieri: «Ha fallito sul progetto intermodale»
Autorità portuale, Acquaroli svela i motivi della bocciatura di Giampieri: «Ha fallito sul progetto intermodale»
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 26 Maggio 2021, 08:22 - Ultimo aggiornamento: 10:39

ANCONA - La defenestrazione di Rodolfo Giampieri dall’Authority? «Non ha sviluppato l’intermodalità tra porto, interporto ed aeroporto». Le ragioni del cambio di passo alla guida dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico centrale le ha spiegate ieri il governatore Francesco Acquaroli, rispondendo in consiglio regionale ad un’interrogazione del gruppo dem. Quasi in contemporanea, il successore Matteo Africano veniva ascoltato in audizione dalla commissione Lavori pubblici del Senato, che tra questa settimana e la prossima dovrà esprimersi sulla – scontata – conferma alla sua nomina.

I motivi

Nell’attesa del passaggio di testimone, il presidente ha intanto illustrato in aula i perché del suo niet perentorio alla riconferma di Giampieri, nonostante gli attestati di stima arrivati da più parti del territorio: «Serviva una figura che potesse rendere il porto di Ancona e l’intermodalità della nostra regione protagoniste.

Uno sviluppo che non è avvenuto in questi anni», dice Acquaroli, che poi ripercorre le tappe dell’iter che portano fino ad oggi: «la prima interlocuzione c’è stata qualche settimana dopo il nostro insediamento con il ministro De Micheli. Ho rappresentato perplessità rispetto al mancato sviluppo dell’intermodalità avvenuto in questi anni nelle Marche, soprattutto il collegamento tra porto-interporto-aeroporto. Un’intermodalità che non si è sviluppata quando poteva invece essere importante accentuarla». Il governatore prosegue nella ricostruzione del quadro, facendo notare che, «nel 2019, dall’interporto partivano verso un altro porto del Paese centinaia di tonnellate di merci, ma nello stesso anno non c’era alcun dialogo tra con lo scalo di Ancona». 

L’intesa

Con la caduta del Conte bis, Acquaroli ha riproposto le sue perplessità anche al nuovo ministro Giovannini, che ha indicato il nome di Africano su cui poi c’è stata l’intesa delle Regioni Marche ed Abruzzo. «C’era stato un avviso dove si chiedeva una manifestazione di interesse pubblico a ricoprire l’incarico di presidente dell’Autorità portuale – l’ultimo tassello del puzzle –. Anche io avrei preferito una figura marchigiana, ma l’avviso l’ha ritenuto un elemento superabile». Al di là della ricostruzione, è sulle ragioni dietro alla decisione che si è levato il coro di proteste del Partito democratico. Un po’ tutti i democrat hanno osservato che gettare la croce addosso all’ex presidente dell’Authority per il mancato sviluppo dell’intermodalità fosse quantomeno ingeneroso, considerando le condizioni in cui versavano l’aeroporto (Aerdorica ha evitato il fallimento per un soffio durante la precedente legislatura) e l’interporto (ancora in affanno, tanto che la Regione deve mettere 8milioni di euro per l’aumento di capitale alla base del piano di risanamento). Intanto, in commissione Lavori pubblici in Senato, Africano plaudiva il merito del suo predecessore di essere stato precursore in tema di transizione digitale: «La presidenza attuale ha precorso alcuni passaggi con la firma con l’agenzia delle dogane per espletare le procedure in maniera digitale, e velocizzare le procedure burocratiche è fondamentale».

L’audizione

Rispondendo alle domande dei senatori marchigiani Maurizio Coltorti (presidente della commissione) e Giorgio Fede, entrambi in quota M5s, Africano ha indicato le parole d’ordine che lo guideranno: resilienza, sostenibilità ambientale, sociale ed energetica, transizione digitale ed innovazione. Sulla pianificazione, l’avvenuta esternalizzazione del prg di sistema portuale medio Adriatico «sarà un momento cruciale: se si riuscirà ad instaurare un clima di importante collaborazione, penso che si possa fare bene».

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