Nuovo Dpcm, ecco le richieste di Acquaroli: «In zona gialla ristoranti aperti la sera e misure sub-regionali in emergenza»

Nuovo Dpcm, ecco le richieste di Acquaroli: «In zona gialla ristoranti aperti la sera e misure sub-regionali in emergenza»
Nuovo Dpcm, ecco le richieste di Acquaroli: «In zona gialla ristoranti aperti la sera e misure sub-regionali in emergenza»
di Martina Marinangeli
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Domenica 28 Febbraio 2021, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 09:39

ANCONA  - La Marche presentano la lista delle richieste al nuovo governo guidato da Mario Draghi. Ieri mattina, Palazzo Raffaello ha trasmesso all’Esecutivo le osservazioni sull’ultimo Dpcm in vigore dal 6 marzo al 6 aprile. Se da una parte viene auspicata una revisione dei criteri di valutazione della situazione epidemiologica, con possibilità di introdurre misure «a livello sub-regionale», dall’altra si chiede di permettere le aperture serali alle attività di ristorazione e di allentare la cinghia su palestre e piscine in zona gialla. Un lungo elenco di desiderata comunicato ieri dal governatore Francesco Acquaroli con un post su Facebook.

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«Abbiamo chiesto un cambio di passo ed un’accelerazione nell’acquisizione e nella fornitura alle Regioni delle dosi per la campagna vaccinale, al fine di garantire quanto prima la sicurezza delle fasce più deboli e di tutta la popolazione, anche coinvolgendo le tante imprese private che si sono rese disponibili», il punto numero uno messo nero su bianco dal presidente.

Accelerare sulle somministrazioni è la chiave di volta per uscire dal tunnel del Covid, ma al momento i ritardi nazionali si sommano a quelli regionali. C’è poi la questione della collocazione nelle fasce di rischio, che vede le Marche passare in zona arancione da domani: «Crediamo che serva una revisione dei criteri di valutazione della situazione epidemiologica, che siano chiari e sensati, oggettivi e più semplici, affinché si possano adottare soluzioni tempestive anche a livello sub-regionale».

Nelle Marche, infatti, la diffusione del virus non è omogenea. La provincia di Ancona, per esempio, sta scalando la classifica nazionale sull’incidenza di nuovi casi ogni 100mila abitanti, arrivando al quarto posto dopo Bolzano, Brescia e Rimini. Per la precisione, negli ultimi 7 giorni viene registrata un’incidenza sull’ordine di 400 ogni 100mila abitanti. Ben diversi i numeri delle altre province, benché l’Osservatorio epidemiologico regionale, guidato dal professor Marco Pompili, abbia evidenziato una crescita nel Maceratese ed un balzo in avanti nel Fermano nelle settimane centrali di febbraio. Per ora, però, non sembra essere all’orizzonte l’ipotesi, da parte della Regione, di introdurre micro zone con misure più restrittive nelle porzioni di territorio in cui il virus corre più velocemente. 


In compenso, diversi primi cittadini dei Comuni più colpiti dell’Anconetano stanno emanando ordinanze sindacali per chiudere i parchi e limitare l’asporto, onde evitare assembramenti che continuano a verificarsi. La situazione appare al momento migliore, invece, a Pesaro, dove il trend si presenta in decrescita, e ad Ascoli Piceno. In ogni caso, l’intera regione entrerà in zona arancione, ma Acquaroli guarda ottimisticamente avanti: «Dato che il Dpcm sarà in vigore fino a dopo Pasqua, abbiamo richiesto di prevedere, per le zone gialle e quando ci sono le condizioni, anche la possibilità per i ristoranti e le attività di somministrazione di aprire anche all’ora di cena (come fortemente auspicato dalle associazioni di categoria, ndr)».


Coì come serve «un programma di riaperture, sempre nel rispetto dei protocolli di sicurezza e con ingressi contingentati, per le palestre, le piscine, anche per lo sport di base e amatoriale». Questioni importanti, ma declinabili sulle Marche solo quando si saranno riguadagnate la zona gialla. «Abbiamo chiesto di affrontare con chiarezza la situazione del settore delle cerimonie – aggiunge il governatore –, di parchi e centri commerciali, cinema, teatri, musei e impianti sciistici». Ultimo, ma non per ordine di importanza, l’imprescindibile nodo dei ristori, che dovranno essere «immediati e totali». 

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