Palazzo Raffaello vede la giunta,l'ultimo duello sull’Agricoltura. Lega e FdI non mollano l'assessorato. Effetto domino a sorpresa?

Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli
Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli
di Martina Marinangeli
4 Minuti di Lettura
Martedì 13 Ottobre 2020, 08:29 - Ultimo aggiornamento: 08:59

ANCONA - A livello macro, i giochi sono fatti. Nel dettaglio, mancano ancora delle limature. E siccome, si sa, il diavolo è nei dettagli, qualche carta potrebbe cambiare last minute. Però, a grandi linee i nomi che troveranno un posto in giunta sono stati definiti. La maratona romana con i commissari dei partiti di coalizione che avrebbe dovuto portare, ieri, alla chiusura della trattativa, è slittata ad oggi perché il governatore Francesco Acquaroli non poteva essere nella Capitale. 

LEGGI ANCHE: Nuovo Dpcm, stop movida: vietato sostare davanti ai bar dalle 21. Scontro con le Regioni sulle lezioni a distanza

LEGGI ANCHE: Parroco e famiglie in quarantena dopo un compleanno. Tra i positivi nel quartiere una prof e un capo scout che si è ammalato per primo


Le ore decisive
Dunque saranno queste le ore decisive per capire chi entrerà nelle stanze dei bottoni di palazzo Raffaello e con quali ruoli. Già, perché più che sulle figure a cui affidare un assessorato, il braccio di ferro si giocherà sulle deleghe. Come si diceva, la squadra titolare è, in pratica, schierata: per la Lega, il primo a scendere in campo è il fanese Mirco Carloni, per il quale il partito chiederà, oltre alla vicepresidenza della giunta, le deleghe alle Attività produttive e l’internazionalizzazione (che però vuole anche Castelli). Balla quella all’Agricoltura, molto contesa, ed avrà un ruolo da protagonista nel negoziato. Sempre in quota Carroccio, per l’ex sindaco di Cingoli Filippo Saltamartini si starebbe profilando la Sanità, mentre per Daniela Tisi, Cultura, Turismo e Sport. 


Il malcontento del Fermano
Sul nome di quest’ultima ci sarebbe del malcontento nel Fermano, con molti imprenditori che spingono invece per l’ingresso in giunta del primo degli eletti, ovvero Mauro Lucentini, ma le sue quotazioni sono per ora al ribasso. E Tisi, benché ultima arrivata nella lista provinciale quanto a voti, ha il valore aggiunto di rappresentare l’unica quota rosa che pare essere ancora in lizza.

Con ogni probabilità, i nomi su cui punterà Fratelli d’Italia saranno quelli di Guido Castelli per l’Ascolano – sempre più vicino al Bilancio – e Francesco Baldelli nel Pesarese, che potrebbe avere la delega alle Aree interne e quella all’Agricoltura, ma per quest’ultima (come detto) il duello con la Lega sarà serrato. 


La casella anconetana
In questo assetto, la casella anconetana andrebbe a Forza Italia, nella figura di Daniele Silvetti – con possibile delega alle Infrastrutture – benché il partito avesse puntato sul nome dell’ex sindaco di Camerino Gianluca Pasqui, per il quale però non ci sarebbero chance: la piazza maceratese è fin troppo affollata ed oltretutto, con lui in giunta, scatterebbe il seggio in Consiglio per il primo cittadino di Civitanova Fabrizio Ciarapica, cosa che farebbe tornare al voto una città difficile da riprendere per il centrodestra. A chiudere il cerchio, il ruolo di presidente del Consiglio andrebbe all’Udc con l’osimano Dino Latini. Se i due principali alleati della coalizione – Lega ed Fdi – sono agli ultimi dettagli del negoziato, la scheggia impazzita è rappresentata da Fi, che non ha trovato la quadra sul nome da proporre ad Acquaroli. Silvetti, infatti, sembra piacere più fuori che dentro il partito ed il ripescaggio dai non eletti potrebbe toccare a Stefano Aguzzi, anche lui rimasto fuori dall’emiciclo (e molto apprezzato da Acquaroli). In questo scenario alternativo, salterebbe fuori Baldelli e ci sarebbe un effetto domino sulle altre province. Ad Ancona, per esempio, tornerebbe in gioco l’ex coordinatore di Fdi Carlo Ciccioli, che però i vertici romani vedrebbero meglio nel ruolo di capogruppo.


Gli outsider
Oppure quello della leghista fabrianese Chiara Biondi – ma il partito non sembra incline a fare questa scelta – quota rosa in alternativa a Tisi, che nel Fermano lascerebbe il posto ad Andrea Putzu (Fdi). O ancora, mettere dentro il sindaco di Jesi Massimo Bacci, tecnico esterno a cui affidare la Sanità ma che sembra ormai fuorigioco. Il punto di caduta finale sarà la decisione di Acquaroli (ieri ha detto: «L’attesa? Ormai è questione di ore»), che potrebbe dover imporsi sugli azzurri, scegliendo da solo il nome che ritiene migliore per la sua squadra. Le ultime mosse, poi i giochi saranno fatti. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA