ANCONA - C’è un problema di Rup per gli appalti pubblici in Regione? Il tema a palazzo Raffaello, alla vigilia di un anno, anzi di più anni, in cui dovranno essere affidati decine di appalti pubblici collegati in primis al Pnrr, è sul tavolo dal 6 dicembre. Un passo indietro, intanto, per spiegare che cos’è un Rup (acronimo che significa Responsabile Unico di Procedimento). Il Rup, dal codice degli appalti pubblici, è la figura centrale dell’ente appaltante che svolge tutti i compiti relativi alla programmazione, progettazione, affidamento ed esecuzione dei contratti.
In buona sostanza è l’occhio e al contempo la mano della pubblica amministrazione che prende per mano una gara sin dall’inizio, anzi prima dell’inizio, governa gli elaborati tecnici, sovrintende il corretto svolgimento del bando, fino all’esecuzione dei lavori. Detta così si fa presto a raccontarla. Prendendo in mano i documenti di una qualsiasi gara di appalto pubblico per opere di una certa complessità (la riqualificazione di un ospedale lo è), invece, si può maturare quante responsabilità un Rup (con gli uffici a sostegno naturalmente) debba maneggiare. Per non parlare dell’apertura delle buste, l’affiancamento ai lavori della commissione aggiudicatrice, se va bene i contratti finali e l’affidamento dei lavori.
Il capolinea problematico
Arrivare al cantiere, come ben documenta la storia degli appalti pubblici a tutte le latitudini, è uno slalom mica da niente. Per non parlare dei rischi legali, ricorsi e contenziosi in cui un appalto si può impigliare e che spesso coinvolgono il povero Rup. Fatta la doverosa e complicata premessa, torniamo al 6 dicembre quando la posizione di funzione Edilizia Ospedaliera, afferente all’assessorato di Francesco Baldelli, deve nominare un Rup per affidare i lavori di riqualificazione degli ospedali di Pergola e Cagli.
L’atto preliminare
Il decreto è l’atto preliminare che avvia la redazione di tutti i documenti per predisporre la gara.
La figura individuata è l’ingegner Luca Gusella, dipendente degli Ospedali Riuniti che da fine ottobre scorso, si legge nel decreto viene utilizzato dalla Ars, l’Agenzia sanitaria regionale, «per 2 giorni a settimana, al fine di sopperire alle esigenze dell’Ars e del Servizio Sanità della giunta regionale, legate alla carenza di personale e da un massiccio incremento dell’attività lavorativa correlato anche alla gestione dell’emergenza pandemica, nonché alle attività relative all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza». Ecco il tema che per la Regione, come per tutti gli enti pubblici, sarà centrale nei prossimi mesi: serve personale tecnico di alto profilo per gestire tutti gli appalti.
Il tema centralissimo
È così che a dicembre, il servizio Salute da palazzo Rossini chiede alla Ars autorizzazione per utilizzare l’ingegner Gusella ottenendo in pari data l’assenso dell’agenzia sanitaria. Una triangolazione singolare per cui il tecnico in questione parte da Torrette, approda all’Agenzia due giorni a settimana e infine atterra - per le questioni legate all’appalto della riqualificazione di Cagli e Pergola - sopra l’accordo stipulato tra il Servizio, ora dipartimento dell’area dell’ingegnere Goffi, e la Asur. Una carambola che si riproporrà per le prossime riqualificazioni e per i prossimi appalti in partenza, considerato soprattutto quelli che sono già in corso.