Nodo Confindustria, Ancona e Pesaro ai saluti: il capoluogo ora pensa al tris con Fermo e Ascoli

Nodo Confindustria, Ancona e Pesaro ai saluti: il capoluogo ora pensa al tris con Fermo e Ascoli
Nodo Confindustria, Ancona e Pesaro ai saluti: il capoluogo ora pensa al tris con Fermo e Ascoli
di Andrea Taffi
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Domenica 3 Gennaio 2021, 06:20

Il futuro delle cinque associazioni marchigiane degli industriali è diventato un vero e proprio gioco di scacchi, dove prevalgono le tattiche individuali e gli equilibri ipotetici piuttosto che - come hanno ribadito dalla casa madre di Viale dell’Astronomia - la necessità di arrivare in tempi brevissimi a un accordo che metta la parola fine alla pessima immagine offerta dai vertici di tutte e cinque le associazioni tra novembre e dicembre. 

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Confindustria nazionale ha imposto a chiunque abbia un ruolo all’interno del sistema l’assoluto divieto di parlare con i media: da Ancona a Pesaro, da Macerata fino ad Ascoli Piceno e Fermo i telefoni dei big suonano a vuoto o sono staccati. Ma questo non significa che non ci siano movimenti e trattative. Al momento, il pallino è in mano a Pierluigi Bocchini per Ancona e Mauro Papalini per Pesaro, che dovranno convocare in tempi brevissimi le assemblee delle rispettive territoriali. 

La strada sembra tracciata e le due riunioni (in digitali) avranno un esito scontato: l’aggregazione a due è stato un bel sogno, ognuno andrà per la sua strada. Sarà qualche giorno dopo l’assemblea di quella che era Confindustria Marche Nord a ratificare il divorzio. Ma questo era omai nella cose visto l’escalation che ha portato al fragoroso e umiliante finale nel quale il gioco degli sgambetti reciproci ha provocato una rovina generale. Il vero scenario è quello che succederà dopo in un contesto storico che ha visto le cinque territoriali prendersi e lasciarsi sulla carta e negli atti, prendersi e lasciarsi nei patti in una geometria di assetti variabili che tre anni fa si era strutturata dignitosamente (Ascoli con Fermo e Ancona con Pesaro).

Slegata da Pesaro, Confindustria Ancona troverà casa insieme ad Ascoli Piceno e Fermo (dove tra epurazioni e mal di pancia si è trovato un nuovo equilibrio), dando un senso concreto a quella che è oggi Confindustria Centro Adriatico, che però di centro aveva ben poco. L’aggregazione a tre sarà guidata da Simone Mariani e, soprattutto, peserà molto qualora, nei mesi a seguire, volessero entrare anche Macerata e Pesaro.

Sulla scacchiera regionale, la nuova alleanza disinnesca la mina Macerata, che voleva essere l’ago della bilancia nella ipotetica alleanza a cinque e che oggi, invece, fatica a trovare al proprio interno una governance unanimemente riconosciuta.

Inoltre, rende quasi ininfluente Pesaro, che per tante ragioni era vista come l’associazione ‘pigliatutto’, anche per via di una stabilità finanziaria che nessun altro può vantare a livello regionale. Di fronte a questo ipotetico scenario, ma oggi molto verosimile, Macerata e Pesaro si troverebbero in una posizione di stallo, a meno che non riescano a trovare al proprio interno leadership forti e condivise, nella propria provincia di competenza, nelle Marche e possibilmente anche dentro la Confindustria Nazionale.

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