Il questore: «Nigeriani i più feroci
i pachistani controllano l’eroina»

Il questore Antonio Pignataro
Il questore Antonio Pignataro
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Domenica 27 Gennaio 2019, 14:32
ANCONA - C’è chi si è concentrato sul traffico di stupefacenti, chi sulle rapine e chi sullo sfruttamento della prostituzione che, in alcuni casi, sfocia nel traffico di essere umani. Sono quei sodalizi che dal procuratore generale Sergio Sottani sono stati etichettati come “mafie etniche”, a un passo dal radicamento nella nostra regione. È soprattutto in provincia di Macerata che si era insediata la criminalità nigeriana in relazione allo spaccio di stupefacenti, contraddistinguendosi come un gruppo ben organizzato, pronto a tutto per tenersi stretta la piazza conquistata dove smerciare.

«Si tratta di sodalizi – afferma il questore di Macerata Antonio Pignataro, diventato uno dei simboli in regione per la lotta alla droga – che hanno basi in Nigeria e che hanno a disposizione un esercito di persone da spedire in Italia e da sostituire come pedine in qualsiasi momento. Sono addestrate e ben consapevoli di cosa devono fare una volta arrivate sul territorio. Sono spregiudicate e fanno parte di una criminalità feroce, incline ad usare violenza. Non è un caso che abbiamo a che fare con pusher corpulenti, aggressivi, pronti ad aggredire le forze dell’ordine nel momento in cui vedono l’arresto come la fine del loro profitto. Da quando sono arrivato a Macerata, almeno 30 poliziotti e 10 carabinieri sono finiti al pronto soccorso». 

L’emergenza scattata un anno fa in provincia sembra essersi ridimensionata. «Grazie all’audacia del procuratore Giorgio – prosegue il questore – e al lavoro delle forze di polizia siamo riusciti ad espellere lo spaccio dalla città di Macerata». Che negli ultimi mesi si è spostato verso la fascia costiera. Qui a detenere il monopolio del traffico e dello spaccio di eroina sono cittadini pachistani, new entry nello scacchiere della criminalità organizzata e sempre più presenti sul territorio marchigiano. Ci sono poi i romeni e le etnie appartenenti alla macro area dell’ex Jugoslavia, solitamente inclini ai furti, alle rapine, allo sfruttamento della prostituzione e a quei reati che rientrano nell’ambito tecnologico, come la clonazione dei bancomat e delle carte di credito e l’accesso abusivo ai sistemi informatici. Un groviglio di nazionalità e reati è rappresentato dall’Hotel House di Porto Recanati, dove è consistente la presenza di magrebini e centroafricani, proprio quelle etnie di cui si servono le organizzazioni criminali nigeriane per spacciare droga, da quelle leggere fino alla cocaina e all’eroina.
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