ANCONA - Con la grande partita messa in atto per smaltire le liste d’attesa, la sanità marchigiana sta accelerando una riorganizzazione che il Covid ha da una parte frenato mentre dall’altra ha contribuito a delineare con la necessità di effettuare scelte ben precise e mirate in piena ondata pandemica. Da applicare anche adesso che l’emergenza durata due anni è stata archiviata ed il virus declassato ad una contagiosissima e fastidiosa influenza.
Su queste scelte l’assessore regionale Filippo Saltamartini sta lavorando, affiancato dal superdirigente Armando Gozzini, arrivato a novembre a capo del Dipartimento Salute e come numero uno dell’Ars Marche: in ballo la grande e difficile riforma della legge 13 che rivede tutto il servizio sanitario regionale a partire da gennaio 2023 e che manderà in soffitta anche il sistema verticistico, a partire dall’Asur.
Nella bozza si parla di un fulcro organizzativo affidato a cinque aziende Asl provinciali (Pesaro Urbino, Ancona, Macerata, Fermo ed Ascoli), mentre l’Azienda sanitaria regionale seguirà gli aspetti generali come concorsi e bandi di gara ma senza competenze operative di indirizzo e di gestione.
Un atto fondamentale, dal momento che è il principale strumento di programmazione sanitaria mediante il quale vengono definiti gli obiettivi da raggiungere, attraverso l’individuazione di azioni e di strategie: rappresenta quindi il primo punto di riferimento per ogni riforma e iniziativa riguardante il sistema sanitario. Allo stesso tempo la Regione sta mettendo mando ad un’altra importante partita che riguarda i privati: si sta lavorando ai nuovi contratti «complementari e di supporto alla sanità pubblica», tiene a precisare Gozzini. Ma oltre alle liste d’attesa c’è tutto il capitolo mobilità attiva e passiva da tamponare con un’azione mirata: per questo motivo l’Ars ha affidato alla Politecnica delle Marche uno studio in fase di completamento che sarà uno strumento importante per guidare anche le scelte del Piano sociosanitario e correggere la fuga dai nostri ospedali verso strutture sanitarie extra regionali, inserendo o richiamando alcune eccellenze per rilanciare servizi che più di altri pagano la scelta dei pazienti di rivolgersi altrove.