ANCONA - Il Piano giovani per incrementare la vaccinazione nella fascia 12-18 anni parte con il freno a mano tirato. Complici il day after ferragostano ed un caldo torrido che ha spinto molti verso le spiagge, gli hub vaccinali non sono stati presi d’assalto dai ragazzi nel primo giorno in cui avrebbero potuto ricevere la somministrazione senza prenotazione. Sono stati in tutto 977 quelli che si sono presentati nei centri – con o senza registrazione – per fare la prima dose, la maggior parte nella provincia di Ancona, a quota 343, seguita a ruota dal Pesarese con 324. Sfiora quota 200 il Maceratese, mentre si ferma a 102 l’Ascolano.
La provincia di Fermo ne registra appena nove, tutti tra i 12 ed i 15 anni, ma il dato sensibilmente più basso rispetto agli altri territori potrebbe essere legato al fatto che ieri si celebrava la festa del Patrono del capoluogo.
Come quelli dell’area vasta 2 di Ancona, tutti in stop per la festa dell’Assunzione. «La chiusura era prevista già da inizio agosto – spiega Giovanni Guidi, direttore dell’Area vasta 2 -. Una forma di cortesia nei confronti di chi è sul pezzo da un anno e mezzo, vaccinando anche nelle giornate di Pasqua, Capodanno, Primo maggio. L’abbiamo comunicato a tutti quelli che avevano appuntamento a Ferragosto, riprogrammando la prenotazione nei giorni successivi». A qualcuno, tuttavia, la comunicazione non deve essere arrivata, perché alcune persone si sono presentate al centro vaccinale al PalaPrometeo di Ancona per ricevere chi la prima dose, chi il richiamo e, trovandolo chiuso, hanno provato ad avere delucidazioni dal numero verde dell’Asur, dal quale hanno appreso che altri avevano già chiamato prima di loro. Disguido a parte, ieri gli hub sono tornati tutti operativi, pronti per l’open day rivolto ai ragazzi. La maggior parte ha deciso di aderire alla profilassi per tornare a scuola o a fare sport in sicurezza, ma anche per poter ritrovare una dimensione di normalità che sfugge da ormai quasi due anni. In qualche caso, la scelta di vaccinarsi è presa in autonomia dai giovani, nonostante la posizione dei genitori.
È il caso di Samuele, 17 anni ad ottobre, non in linea con il pensiero di mamma Laura, che parla di «obbligo sanitario: ci hanno tolto la libertà di scelta anche in tema di sanità ed è la cosa più brutta che potessero fare. Vedremo ad ottobre se la situazione sarà come quella dello scorso anno, perché dai dati già possiamo vedere che sarà così. Ha ragione Crisanti: il Green pass è solo un modo per spingere le persone a vaccinarsi». Diversa la filosofia del figlio Samuele: «Penso sia una cosa buona da fare per contrastare il Covid, almeno possiamo ricominciare a muoverci ed a fare qualcosa. Se stiamo sempre a giudicare, poi non si fa niente». La risposta dei ragazzi alla chiamata vaccinale diventa fondamentale in vista della ripresa delle lezioni il 15 settembre, in un anno scolastico che dovrà essere in presenza perché l’obiettivo dichiarato è quello di ricorrere il meno possibile alla didattica a distanza.