Danilo Tognetti (meteorologo Amap): «Già viste queste piogge, preoccupa la frequenza»

Danilo Tognetti (meteorologo Amap): «Già viste queste piogge, preoccupa la frequenza»
Danilo Tognetti (meteorologo Amap): «Già viste queste piogge, preoccupa la frequenza»
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Giovedì 8 Giugno 2023, 04:20 - Ultimo aggiornamento: 15:19

Piogge intense a ripetizione, ancora allagamenti. Dottor Danilo Tognetti, meteorologo dell’Amap,cosa è successo nelle Marche negli ultimi giorni? Sono state precipitazioni davvero eccezionali?
«Abbiamo i dati della nostra rete Agrometeo, con il rischio però che non tutti i fenomeni intensi siano stati rilevati proprio per la natura a macchia di leopardo delle precipitazioni, tipica di queste condizioni di instabilità. Comunque, ci sono dati interessanti».


Tipo? 
«Ancora una volta, come qualche settimana fa, tra il 4 il 5 giugno le stazioni che hanno rilevato le precipitazioni giornaliere più intense sono quelle della provincia di Pesaro-Urbino: Piagge con 64 mm, San Lorenzo in Campo con 49 mm, Fano 47 mm.

Quindi eventi intensi hanno interessato anche le coste. Sono piogge intense ma che comunque si sono verificate negli anni precedenti, almeno una volta ogni 2 anni. Per esempio a Piagge dal 2005 ogni 2 o 3 anni capita una precipitazione di tale intensità, con un record di 104 mm nel maggio 2015».

Ci stiamo preoccupando troppo?
«Resta il problema che i numerosi eventi precipitativi che da maggio stanno interessando la nostra regione possano provocare una saturazione dei terreni ed un rigonfiamento dei fiumi e torrenti con locali straripamenti, come è successo a Macerata nella serata di lunedì Nelle altre province i picchi massimi giornalieri sono stati sui 30-40 mm. Se analizziamo le precipitazioni orarie, abbiamo un massimo di 27 mm a Maltignano alle ore 20 del 4 giugno. Un valore molto elevato e piuttosto raro».
A che tipo di fenomeno meteo abbiamo assistito?
«Si parla impropriamente di bomba d’acqua, mentre in meteorologia si indica il termine flash flood (alluvione lampo o nubifragio) che descrive ad esempio quello che è successo a Ostra e dintorni il 15-16 settembre 2022. Quelli del 4 e 5 giugno sono stati sicuramente molto intensi a livello locale ma possono capitare nelle Marche. Veniamo da un periodo particolarmente piovoso ed il problema è proprio la persistenza e la frequenza dei fenomeni piuttosto che la loro intensità giornaliera o oraria. E dobbiamo riflettere sulla capacità del territorio di ricevere tali quantità di piogge, chiederci se sia diminuita per la progressiva antropizzazione, il consumo di suolo e l’ abbandono delle campagne».
Dovremo purtroppo abituarci ad eventi meteo così estremi? 
«Non è detto, perché al momento per le Marche e più in generale per ampie zone del continente europeo non c’è una tendenza statisticamente significativa di un aumento degli eventi estremi di precipitazione. Si osserva comunque, almeno negli ultimi decenni, una certa persistenza delle configurazioni sinottiche nel senso che, certe configurazioni di alta pressione e basse pressioni, sembrano persistere per maggior tempo. Come nel caso attuale in cui l’alta pressione atlantica insiste da parecchi giorni in prossimità dell’arcipelago britannico lasciando scoperti noi mediterranei alle infiltrazioni umide che mantengono attiva la instabilità»
Vale anche per le ondate di calore?
«Ricadono nello stesso discorso. Sono aumentati negli ultimi decenni gli scambi meridiani della masse d’aria, da nord verso sud o viceversa, piuttosto che da ovest verso est come in passato e questo potrebbe essere attribuito alla “amplificazione artica” cioè al progressivo riscaldamento dell’Artico e alla conseguente minore differenza di temperatura con la fascia equatoriale».
Può darci qualche previsione utile per rispondere alla domanda che noi tutti ci poniamo: quando arriverà l’estate?
«In condizioni di instabilità, le previsioni meteo davvero affidabili possono arrivare a 3-4 giorni. Si intravede per il weekend una certa attenuazione dell’instabilità per l’avanzata del promontorio anticiclonico nord-africano verso il sud Italia; evoluzione che, se confermata, vedrà i fenomeni progressivamente ridursi e arretrare verso la dorsale appenninica».
E guardando più avanti?
«I modelli stagionali, che vanno interpretati a livello probabilistico, indicano per l’area mediterranea centro-occidentale (quindi anche per l’Italia) che il bimestre luglio-agosto sarà più caldo del normale e, con una certa probabilità, più piovoso della media. Ma sono modelli diversi da quelli che noi meteorologi usiamo per fare le previsioni di tutti i giorni in quanto si basano su indici particolari ed hanno una valenza più statistica che dinamica evolutiva».
Questa primavera così piovosa ci mette almeno al riparo da rischi di siccità in estate?
«È ancora presto per dirlo ma ci sono degli elementi a favore: le abbondanti piogge della seconda parte della primavera (ben superiori alle evidenti carenze delle stagioni primaverili 2021 e 2022) hanno fatto sì che la vegetazione mantenesse un certo vigore, i terreni un buon contenuto di umidità e questi fattori potranno sicuramente contribuire ad attutire le eventuali ondate di calore dal Nord-Africa».
 

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