Il dottor Candela: «Dalla caduta di capelli all’astenia, gli effetti del Covid di lunga durata. I vaccini sono anche terapeutici»

Marco Candela
Marco Candela
di Fabrizio Romagnoli
4 Minuti di Lettura
Martedì 7 Settembre 2021, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 8 Settembre, 09:49

JESI - Quattrocento pazienti seguiti, dall’istituzione nel giugno 2020 a oggi, dall’Ambulatorio integrato post Covid del Carlo Urbani di Jesi: su oltre la metà di loro, sintomi persistenti strascico della malattia ancora 12 mesi dopo. Ripercussioni fisiche e psicologiche che, però, gli ultimi dati britannici dicono ridursi già ad una settimana dalla vaccinazione. Un quadro riferito dal dottor Marco Candela che, ispiratore dell’Ambulatorio Integrato, direttore del Dipartimento Medico dell’Area Vasta 2 e del reparto di Medicina Interna dell’ospedale di Jesi, dice: «La miglior prevenzione, nella più assoluta logicità, è evitare l’infezione mediante buone pratiche comportamentali e soprattutto la vaccinazione». 


Il percorso
Spiega Candela: «Attualmente circa 400 pazienti sono stati osservati nell’Ambulatorio Integrato.

Nei reparti Covid dell’Urbani ce l’eravamo chiesti nella primavera 2020: quali sarebbero stati gli effetti a medio-lungo termine dell’infezione nei tanti pazienti? Quali evoluzioni clinico-radiologiche e ripercussioni sistemiche di un virus che ha dimostrato di poter colpire tantissimi organi ed apparati, quale il livello di stress post-traumatico e di qualità di vita. Quanti sarebbero diventati ansiosi, depressi o con somatizzazioni? Ci siamo detti che era necessario un management innovativo del paziente Covid, basato sull’integrazione tra differenti expertise: non una somma di più consulenze ma un’unica modalità strutturata e globale di presa in carico, per monitorare l’evoluzione delle complicanze assodate e malauguratamente osservabili a distanza di tempo». É nata così una struttura che fonde competenze infettivologiche, internistiche, pneumologiche, riabilitative, psicologiche, farmacologiche a favore dei pazienti Covid positivi dimessi. «I principali sintomi riscontrati sono stati astenia, respiro corto, cefalea, febbricola episodica, alterazioni del gusto e dell’olfatto, caduta di capelli, dolori osteoarticolari in associazione a quadri funzionali e strumentali di ridotta funzionalità respiratoria e di fibrosi polmonare residua» elenca Candela. Che mette in guardia: «Di non minore interesse le ripercussioni in ambito psicologico: deficit di concentrazione, frequente disagio psichico di tipo depressivo o ansioso in associazione a disturbi del sonno». 


Le conseguenze
Nel complesso, «le problematiche residue inducono tristemente insieme una ridotta qualità di vita in oltre la metà dei casi con almeno un sintomo persistente dopo 12 mesi dall’infezione in una pari percentuale nei pazienti inizialmente arruolati. Ovviamente tali riscontri sono emersi con maggior frequenza nei pazienti che avevano sviluppato all’esordio un’infezione di maggiore gravità». Spiega Candela che i risultati dell’osservatorio jesino sono sovrapponibili, quanto sia ai sintomi sia alle loro percentuali di prevalenza, a quelli «riportati in studi e riviste scientifiche di valenza internazionale tipo Lancet e Nature Medicine, che hanno introdotto neologismi medici quali “post-acute Covid19 syndrome” o “long term post-Covid”». Al di là dei trattamenti terapeutici, la prevenzione dell’infezione, tramite comportamenti adeguati e vaccinazione, è fondamentale. Ed è qui che il dottor Candela rileva: «In una recentissima esperienza britannica la vaccinazione è emersa ridurre sia la prevalenza sia l’entità dei sintomi postcovid nei pazienti comunque infettati. A distanza di almeno una settimana dalla vaccinazione oltre la metà dei casi analizzati ha riferito meno sintomi di Long Covid, con totale miglioramento nell’11% dei casi e un ulteriore 15% con un numero ridotto di sintomi. In questo ambito i vaccini a mRna tipo Pfizer o Moderna sono stati associati a un maggior miglioramento. Dati che introdurrebbero non solo una efficacia preventiva ma anche terapeutica delle manifestazioni da parte della vaccinazione». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA 

© RIPRODUZIONE RISERVATA