Intervalliva odissea infinita: sei mesi soltanto per pubblicare la delibera Cipe

Intervalliva odissea infinita: sei mesi soltanto per pubblicare la delibera Cipe
Intervalliva odissea infinita: sei mesi soltanto per pubblicare la delibera Cipe
di Luca Patrassi
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Giovedì 10 Settembre 2020, 08:53

MACERATA - Adesso, con una buona dose di sprezzo del pericolo legato alla rabbia montante dei cittadini, lo dicono anche i burocrati; «Bisogna snellire la burocrazia, tagliare i passaggi, procedure più veloci». Solo che la verità che emerge è ben altra da quella che si annuncia. Ieri abbiamo iniziato a raccontare il trionfo di inutilità fiorito intorno all’Intervalliva di Macerata, un progetto iniziato cinquanta anni fa.



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Contestato e ripreso, iniziato e variato, fatto a pezzi, opere fatte e interrate, gallerie per andare dalla parte opposta a quella progettata. Bene, ma 50 anni sono lunghi da passare, anche la più fervida dell’immaginazione vista in campo avrebbe delle difficoltà a arrivare al traguardo odierno con una incompiuta, ancora lontana dalla fine. 
 
Una chiave di lettura
Una chiave di lettura probante la offre il presidente della Provincia di Macerata Antonio Pettinari che, pure, in questa vicenda si è speso con tutta la sua insistenza e capacità di incidere sui meccanismi burocratici, locali e ministeriali. Come possono però trascorrere impunemente 50 anni senza colpo ferire? La cronistoria è già stata scritta, dall’ideazione del progetto dell’architetto Pierluigi Piccinato data 1970. C’è un elemento che da solo permette di capire il perché dell’incompiuta, il potere dei burocrati capaci di moltiplicare non la ricchezza ma i passaggi delle carte. 
La perla del 2016
Il Cipe, il comitato interministeriale per la programmazione economica, il 5 dicembre 2016 delibera il finanziamento di alcune opere e tra queste l’intervalliva di Macerata, costo 43 milioni, 9 a carico degli Enti locali e i rimanenti 34 a carico dello Stato. La delibera diventa esecutiva nel momento della sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana, che è appunto una pubblicazione che registra i vari atti delle istituzioni pubbliche . Si può discutere se, nell’era della digitalizzazione, dell’informatica e dei social, la Gazzetta Ufficiale sia ancora un strumento al passo con i tempi, ma quella c’è. Bene, il Cipe fa la delibera e passa al Poligrafico dello Stato la pratica per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Sarebbe, tradotto in volgare, come scrivere un testo e premere un tasto per stamparlo. 
La procedura prevista
Certo, sono testi importanti, di democrazia applicata, magari la carta sarà una pregiatissima Fabriano delle cartiere Fedrigoni. Insomma c’è tutta una procedura, ci sarà pure uno staff dedicato a seguire il complesso iter del clic. Allora, il 4 dicembre il Cipe approva la delibera. La Gazzetta ufficiale pubblica la delibera il 12 maggio 2017, sei mesi dopo la seduta del Cipe. 
Il mix micidiale
E qui entra in ballo un mix micidiale: la cattiva politica abbinata alla burocrazia, un mix micidiale capace di abbattere qualunque resistenza, pure quella di un incrollabile (quanto ad ottimismo) presidente della Provincia. A Macerata nei primi anni Duemila c’è una giunta comunale di centrosinistra che si oppone al governo di centrodestra che, per il tramite della Quadrilatero, vorrebbe chiudere la partita intervalliva collegandola alla realizzazione della superstrada. «La strada ce la facciamo noi» dice l’allora sindaco di Macerata Giorgio Meschini agli attoniti presenti. Non solo non farà la strada, ma persiste.

Provincia, Regione ed altri enti tentano di giocare l’ultima carta: incontro a Roma con i rappresentanti del Governo e della Quadrilatero per rimettere dentro i fondi per l’intervalliva sperando che il sindaco nel frattempo si sia reso conto dell’assenza di fondi nelle casse. Nulla, un buco nell’acqua. Meschini ripete il no. La colpa, di solito, è di qualcun altro ma in questa storia la sequenza degli incontri, dei verbali, delle delibere, delle chiacchiere è ben chiara. Burocrazia e mancanza di visione oltre l’orticello di casa.

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