ANCONA - Una pièce teatrale in più atti quella che sta prendendo vita sul palcoscenico del Consiglio regionale. L’overture: la votazione galeotta per le nomine dei presidenti e vice nelle commissioni permanenti lo scorso mercoledì.
Dietro le quinte
Nel dietro le quinte raccontato dal Corriere Adriatico, la bufera sulla vicepresidenza della commissione Ambiente, che da accordi tra il governatore Francesco Acquaroli, il presidente dell’assemblea legislativa Dino Latini e le opposizioni sarebbe dovuta andare al dem Fabrizio Cesetti ma che, con un blitz favorito dal segreto delle urne e dal voto di Giacomo Rossi (Civici Marche), è toccata al consigliere di Rinasci Marche Luca Santarelli. Un twist nella trama che ha mandato su tutte le furie in primis il numero uno di Palazzo Raffaello. Si è tentato di correggere subito lo scivolone procedendo con una seconda votazione, ma nel frattempo Santarelli se ne era andato. E ora punta i piedi facendo sapere che non ha proprio alcuna intenzione di dimettersi.
La difesa
«Le votazioni si sono tenute in totale trasparenza e regolarità nella più alta sede istituzionale - va dritto Santarelli - e per tale motivo devono essere rispettate.
Una grana a cui si cercherà di porre rimedio lunedì, quando è stata calendarizzata la seconda tranche di nomine - presidenti e vice delle prime due commissioni - dato che dopo il colpo di scena sulla III si è generato un caos tale da richiedere uno stop. È già pronta una mozione di sfiducia bipartisan nel caso Santarelli non dovesse fare un passo indietro (e non pare proprio intenzionato a farlo): ma nel frattempo, il diretto interessato resta pervicacemente al suo posto, creando non poco imbarazzo tra le fila della maggioranza e irritazione tra quelle dell’opposizione. E la sua posizione spuria tra centrodestra e centrosinistra non aiuta.
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