ANCONA - Il ministero dell’Istruzione ha chiesto all’Ufficio scolastico regionale per le Marche una relazione in merito al messaggio inviato alle studentesse e agli studenti della regione in occasione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate del 4 novembre. Delucidazioni soprattutto sul contenuto e sulle finalità della nota in ragione «dei principi democratici che sorreggono l’attività e le finalità del sistema nazionale di istruzione e formazione».
La lettera del direttore dell’Ufficio scolastico regionale Ugo Maria Filisetti ha avuto un effetto boomerang e critiche in serie. L’Anpi nazionale ed i sindacati della scuola Cigl, Cisl e Uil hanno chiesto al ministro di «riflettere sulle parole del direttore e di intervenire in maniera adeguata». Non solo. Dodici docenti di Storia delle università marchigiane assieme agli istituti storici dislocati in regione, sono intervenuti proprio per stigmatizzare l’appello di Filisetti. «È una retorica nazionalistica - scrivono i prof - che nell’Europa di oggi, nata proprio dalla promessa reciproca di non ripetere più tragedie come quella del 1914-1918, suona fuori luogo. Ma sono le ultime righe a suscitare vero stupore: “Quello che siamo e saremo lo dobbiamo anche a Loro e per questo ricordando i loro nomi sentiamo rispondere, come nelle trincee della Grande Guerra all’appello serale del comandante: Presente!”». I docenti universitari poi sottolineano: «Non va quindi dimenticata l’inopportunità del richiamo a quel rito anche di fronte alla condanna per apologia di fascismo emanata nei mesi scorsi dalla Corte di Appello di Milano nei confronti di alcuni esponenti di estrema destra. Dispiace doppiamente che chi ricopre un incarico così importante abbia scritto quelle parole».
Dura, durissima la reazione dei sindacati: «Preoccupa anche - scrivono - che l’assessore regionale all’Istruzione, Giorgia Latini non solo non abbia colto la gravità di ciò che ha scritto il dottor Filisetti, ma ritenga il suo un “bel messaggio”».