L'appello di Legambiente: «Riserve marine protette del Conero e del Piceno: la biodiversità va protetta»

L'appello di Legambiente: «Riserve marine protette del Conero e del Piceno: la biodiversità va protetta»
L'appello di Legambiente: «Riserve marine protette del Conero e del Piceno: la biodiversità va protetta»
di Massimiliano Petrilli
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Lunedì 16 Maggio 2022, 09:05

ANCONA - «Istituire subito le due Aree marine protette della Costa del Conero e della Costa del Piceno, rafforzare la gestione delle aree protette esistenti e tutelare la biodiversità con progetti lungimiranti in armonia con l’Appennino». L’invito è arrivato da Legambiente nel corso del convegno “Il ruolo dei Parchi: Tutelare la biodiversità per ridurre gli effetti della crisi climatica, il contributo delle aree protette nelle Marche” che si è tenuto nella sede del Parco del Conero. 

 
I dati
«Un tempo le Marche erano un laboratorio avanzato nelle politiche di tutela del territorio e della natura – ha dichiarato Antonio Nicoletti, esponsabile nazionale Aree Protette e Biodiversità Legambiente - Da troppi anni, invece, non è più così nonostante anche le Marche dovranno contribuire a raggiungere gli obiettivi del decennio per la tutela della biodiversità e le politiche climatiche: 30% di territorio e di mare protetto di cui il 10% tutelato rigidamente, e contenere del 55% le emissioni di CO2 per raggiungere Net zero entro il 2040».

Nel corso dell’iniziativa, si è molto discusso anche delle aree interne e del ruolo dei parchi esistenti. «Nelle Marche la percentuale di territorio protetto è appena del 9,6% e sotto la media nazionale che è dell’11% e nemmeno un ettaro di mare protetto – dichiara Marco Ciarulli, presidente Legambiente Marche – e l’attuale sistema di tutela è garantito da 96 siti della rete natura 2000 che interessano 141mila ettari a terra e solo 1.200 ettari a mare, dai parchi e dalle riserve regionali che con il Parco nazionale del monti Sibillini, oltre a tutelare la biodiversità, hanno contribuito a dare una spinta alla Bioeconomia circolare con importanti iniziative di sviluppo sostenibile locale e la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore turistico e l’economia green. Ma non per questo dobbiamo accontentarci. Oggi con il Pnrr abbiamo una grande occasione di rilancio delle nostre aree interne, ma dobbiamo avere la lucidità di promuovere un reale sviluppo sostenibile e soprattutto lungimirante, adatto per la realtà del nostro Appennino e capace di contrastare la crisi climatica che minaccia la perdita di biodiversità».

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