Dall'Adriatico ai Sibillini a cavallo con l'ippovia del Tenna. Alla scoperta dell'itinerario che unisce anche due santuari

L'ippovia del Tenna consente di raggiungere a cavallo i Sibillini dal mare Adriatico
L'ippovia del Tenna consente di raggiungere a cavallo i Sibillini dal mare Adriatico
di Chiara Morini
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Domenica 5 Giugno 2022, 07:19

FERMO - «Che tipo di turismo possiamo promuovere?». C’è una domanda, alla base della nascita dell’ippovia del Tenna. Si sono posti la domanda i membri dell’associazione “Antichi sentieri, nuovi cammini”: «Volevamo creare qualcosa di inusuale, che fosse affascinante, ma al contempo non inflazionato come le biciclette», racconta il vice presidente dell’associazione, Adolfo Leoni.

 
I cavalli
L’associazione è stata fondata nel 2012 da Leoni per far riscoprire il territorio piceno, promuovere un nuovo turismo sostenibile, mostrando il territorio tramite l’arte, la storia, la cucina e l’ambiente. «Con noi – prosegue il vicepresidente – c’erano alcuni amici appassionati di cavalli.

Mettere su un maneggio era impossibile e così, per sviluppare l’anima equestre delle nostre attività, è arrivato anche Sandro Montironi, attuale presidente». Dai piedi alle selle verrebbe da dire, perché le escursioni che propongono lungo la valle del Tenna, lunghe 80 km, dalla costa ai Sibillini si fanno a cavallo. Requisiti per partecipare? Saper cavalcare, ovviamente, e poi avere tanta voglia di scoprire le connessioni esistenti nel territorio: si va a cavallo, si mangia secondo la dieta mediterranea, si vedono e si conoscono i luoghi ascoltando storie e racconti.


I luoghi
«Prima di proporla – puntualizza il vicepresidente – l’abbiamo sperimentata in 5 persone facendo l’itinerario a cavallo lungo il Tenna: tre giorni e due notti dormendo negli agriturismi e mangiando nelle strutture del territorio. Così si fa turismo, e se si vuole anche religioso: il percorso unisce due santuari. L’arrivo a quello della Madonna dell’Ambro, sui Sibillini, avendo come punto di partenza o quello de La Corva a Porto Sant’Elpidio, o quello di Santa Maria a Mare di Fermo». A variare è solo il punto di partenza, da scegliere tra le due città, sellando il cavallo, salendo e iniziando a cavalcare al mattino della prima giornata. Il programma parte così, ci si ferma per uno spuntino, si arriva alla prima destinazione, si fermano i cavalli per i ricoveri e si visitano i borghi o le località vicine al punto in cui ci si trova. L’emozione di spostarsi in mezzo alla natura, di ascoltare le storie nei borghi e vivere appieno il territorio. Tante le tappe e le località toccate. Dopo la partenza si arriva a Fermo, passando per Monte Urano, Grottazzolina, Montegiorgio, Belmonte Piceno; ancora arrivando a Servigliano, dove i cavalli possono sostare nel locale campo Quintana, Falerone, Monte San Martino, Penna San Giovanni, Smerillo, Amandola e Montefortino. Tutto in strutture convenzionate sui territori che si incontrano, chiedendo quasi niente ai comuni che si trovano lungo il percorso. «Abbiamo preparato – spiega Leoni – un disciplinare che tocca tutti i Comuni, chiedendo solo di mantenere il decoro lungo i sentieri che percorriamo. Un accordo, infine, siccome siamo vicino al Tenna, c’è con il Consorzio di bonifica delle Marche». Sentieri, peraltro, percorribili anche da bici e persone a piedi.

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