Nelle Marche alcuni istituti hanno già deciso di istituire la settimana corta in tutte le sezioni: alcuni già prima dell'estate hanno comunicato alle famiglie il nuovo orario dal lunedì al venerdì escludendo la possibilità di entrare in classe anche il sabato. Una nuova organizzazione da cui non prescinde il tema del caro bollette, che questo inverno sarà la spada di Damocle che peserà - e parecchio - sul bilancio delle scuole.
Il governatore Acquaroli: «No alla settimana corta»
Una nuova organizzazione - presa seguendo il principio dell'autonomia scolastica - fortemente contrastata, anche dal governatore della Regione, Francesco Acquaroli. «La settimana corta non è unipotesi percorribile per giustificare il controllo dell'aumento delle bollette», ha sottolineato. «I ragazzi hanno già pagato tanto negli ultimi due anni, con restrizioni e didattica a distanza. Hanno il diritto di tornare in classe nella piena normalità». Una posizione condivisa per esempio dal presidente del Piemonte Alberto Cirio, dall'assessore all'istruzione della Valle d'Aosta, Luciano Caveri, così come dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. Ma l'altolà arriva anche dal Codacons che ha già messo le mani avanti: qualsiasi provvedimento adottato da Governo, enti locali o singoli istituti che dovesse introdurre la settimana corta come misura contro il caro-energia, sarà impugnato dal Codacons, anche attraverso ricorsi collettivi da parte delle famiglie.
Il Codacons: «Duplice danno a studenti e genitori»
Il Codacons sottolinea come: «La settimana corta produrrebbe un duplice danno a studenti e genitori, creando disagi e problemi organizzativi alle famiglie e riducendo il diritto all'istruzione come conseguenza della diminuzione delle ore di insegnamento - spiega il presidente Carlo Rienzi -.
scuola sia l'ultima, abbiamo già dato al Paese».