Acquaroli tra presente e futuro: «Ora pensiamo al vaccino poi per le Marche 5 anni di infrastrutture e rilancio»

Francesco Acquaroli
Francesco Acquaroli
di Maria Teresa Bianciardi
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Giovedì 31 Dicembre 2020, 03:05

Francesco Acquaroli, il 22 ottobre si è dimesso da deputato di Fratelli d’Italia ed è entrato in Regione come presidente delle Marche con una coalizione di centrodestra, cancellando in un attimo 25 anni di governo di centrosinistra. Sono passati 60 giorni ed è stato un battesimo di fuoco. Come sono trascorse queste settimane?
«Abbiamo dovuto buttarci subito a capofitto sulle emergenze e sugli obiettivi non rinviabili. Entrati in Regione abbiamo preso in mano tutta la situazione sanitaria, con la seconda ondata pandemica che non ha risparmiato le Marche ma che ci ha costretto anche a rimanere per due settimane in fascia arancione. Una battaglia durissima da combattere, anche se adesso finalmente si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel con l’arrivo del vaccino».

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Diciamo che il Covid ha assorbito la gran parte delle energie e delle riunioni di giunta, ma nel frattempo la Regione si è trovata a giocare una partita importantissima per il futuro delle Marche: quella del Recovery fund.
«Siamo riusciti ad inviare al Governo le schede richieste sui progetti da finanziare. Insieme all’assessorato ed ai tecnici è stata elaborata una visione di insieme che consentirà di studiare un sistema di infrastrutture interconnesse e intermodali, senza dimenticare le grandi opere che attendono da decessi di essere realizzate. E qualcosa si comincia a intravedere».


Ad esempio? 
«Nelle scorse ore è stata indetta la gara d’appalto da 188 milioni per il raddoppio della Statale 16 da Torrette allo svincolo di Falconara: un’opera attesa dagli anni Ottanta».


E la Quadrilatero? Anas ha detto che entro il 2021 saranno completati gli ultimi 8,5 chilometri di collegamento tra Ancona e Perugia. 
«Faremo di tutto per mantenere il cronoprogramma.

Tanto che nei prossimi giorni incontrerò i vertici Anas per definire il piano d’azione anche sulle altre opere da cantierare e portare avanti per ridisegnare la viabilità marchigiana. Nel frattempo la società Quadrilatero ha approvato il progetto esecutivo degli ultimi due lotti (da Castelraimondo a Muccia) della “Pedemontana Fabriano-Muccia”, arteria stradale che collega la Statale 77 Foligno Civitanova alla Statale 76 Perugia Ancona. I lavori avranno un importo di 159 milioni, interamente finanziati e progettati. Verranno consegnati a gennaio, con un cronoprogramma che prevede l’ultimazione dell’intero tratto della Pedemontana entro il 2023».


Il Corriere Adriatico nei mesi scorsi ha realizzato un corposo dossier sulle infrastrutture che attendono da mezzo secolo una svolta. Sempre promessa, ma che non arriva mai.
«Un primo passo: con il bilancio appena approvato la Regione ha stanziato 5,7 milioni di euro da investire per la progettazione di opere e infrastrutture. Cosa che non avveniva da almeno 10 anni. Sono stati stanziati anche 70 milioni di euro per realizzare nuove strade e piste ciclabili e ulteriori 20 milioni per la manutenzione delle esistenti».


Lei ha deciso di tenere deleghe importanti, come quella del porto, dell’aeroporto e dell’Interporto. Crede davvero sia possibile creare una piattaforma logistica delle Marche?
«È la sfida da raggiungere in questi cinque anni di mandato: è fondamentale mettere queste tre infrastrutture in condizione di dialogare fra loro per far crescere un sistema di trasporti che altre regioni non hanno». 


Un obiettivo che si insegue, almeno a parole, da un ventennio. Come pensa di riuscire a realizzare questo progetto?
«Non dico che sia semplice, ma sono intenzionato a lavorarci seriamente e senza perdere tempo prezioso. Credo molto nella logistica applicata al sistema intermodale e le Marche hanno già tutto quello che serve per raggiungere l’obiettivo. Dopo anni di mancata visione complessiva, torneremo a progettare una regione con una rete infrastrutturale interconnessa e intermodale».


Per l’aeroporto Sanzio avete previsto bandi oltre 12 milioni euro per attivare nuove rotte e preservare i voli dall’emergenza Covid.
«Esattamente. Una volta superata la pandemia si procederà poi con un piano di rilancio e sviluppo per quella che riteniamo una infrastruttura strategica per la crescita di questa Regione sia dal punto di vista economico che turistico». 


È già iniziata la sfida per l’Autorità portuale e la conquista della poltrona del presidente dorico, Rodolfo Giampieri. Le candidature non mancano, a che punto siamo?
«Anche questo è un argomento che tratterò nei prossimi giorni con il ministro De Micheli».


Ma è più per la riconferma del presidente o per un passaggio di consegne?
«Non mi sbilancio, aspetto l’incontro con il Mit».


Si sbilanci. Che Regione ha trovato il giorno del suo insediamento?
«Dopo due mesi sarebbe presuntuoso da parte mia affermare di avere capito totalmente e in maniera approfondita la macchina regionale. Certo è che fin da subito, assieme alla giunta, ho cercato di creare tutti i presupporti per mettere questa macchina a servizio di una visione. Cambiando la rotta intrapresa dal passato governo».


Ecco. In che modo?
«Spingendo al massimo su due priorità: l’emergenza sanitaria e il bilancio di previsione, approvato nelle scorse ore».


L’ultima in ordine cronologico. Che impronta avete dato alla programmazione economica?
«Nonostante i tempi ristretti siamo riusciti ad evitare l’esercizio provvisorio, segnando in maniera inequivocabile la direzione cui puntare nei prossimi anni. Dalla Zes (Zona economica speciale) alle politiche europee, dal rilancio turistico all’internazionalizzazione e poi la vera svolta. Passare da politiche di assistenzialismo a un approccio nuovo, che si basa su progettualità che premiano aggregazione, innovazione e competitività».


L’emergenza Covid incombe, il vaccino può segnare la linea di demarcazione?
«Non sono un medico, nè voglio entrare nella discussione tra pro vax e no vax. Ma se esiste uno strumento per mettere in sicurezza la popolazione più fragile e le categorie più esposte, e questo strumento è il vaccino allora bisogna vaccinare. Anche perché noi tocchiamo con mano la difficoltà del sistema sanitario, vediamo ogni giorno lo stress dei reparti di terapia intensiva. La profilassi è la possibilità reale per ricominciare a vivere».


Sono passati 4 anni dal terremoto e nemmeno l’ombra della ricostruzione.
«Con l’assessore Castelli ci siamo messi subito al lavoro per velocizzare l’iter e cercare di recuperare il tempo perduto, sempre in contatto con il commissario Legnini. Nonostante il poco tempo qualcosa già si vede. Un cambio di rotta fondamentale, Anche qui».

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