Giorgia Latini (Lega) da assessora a candidata: «Sostenere la maternità e la vita, compito delle istituzioni»

Giorgia Latini (Lega) da assessora a candidata: «Sostenere la maternità e la vita, compito delle istituzioni»
Giorgia Latini (Lega) da assessora a candidata: «Sostenere la maternità e la vita, compito delle istituzioni»
di Maria Cristina Benedetti
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Venerdì 26 Agosto 2022, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 16:59

Da Roma alle Marche, e ritorno. La Lega chiede, Giorgia Latini risponde. «Quando si assume un ruolo pubblico non si deve mai scegliere in base a criteri personali». Dopo due anni da assessora regionale - Cultura, Istruzione e Pari Opportunità - torna in Parlamento in virtù della sua candidatura blindata: collegio uninominale di Macerata. Per la Camera. 

 
Cosa l’ha convinta, allora, a rientrare nelle Marche e cosa la spinge ora verso la Capitale?
«La politica è relazione e gioco di squadra per raggiungere obiettivi che vanno oltre il personale. Quando mi è stato chiesto di impegnarmi qui ho accettato, perché era questa la necessità. Sono contenta che il mio partito abbia apprezzato il lavoro fatto e che l’esperienza che ho maturato possa essere utile alla regione e al Paese. Sono orgogliosa per la rinnovata fiducia». 
Ritiene più importante avere peso a Roma o agire direttamente sul territorio?
«In questi due anni ho lavorato molto. Abbiamo generato un cambiamento concreto nel mondo dell’istruzione, della cultura, dello sport. Abbiamo creato il “modello Marche” investendo 12 milioni nell’areazione delle aule, per contrastare la pandemia ed evitare di penalizzare ancora i ragazzi con la didattica a distanza. Un milione di euro è stato investito nell’innovazione didattica, immaginando percorsi in grado di valorizzare il talento di studenti e studentesse. Non è finita». 
Continui pure. 
«Abbiamo aperto a tutti la cultura, valorizzando le identità territoriali: in due anni oltre 16 milioni e 800 mila euro sono stati destinati alla promozione delle rassegne, dello spettacolo dal vivo, dei festival, dei premi e degli eventi culturali. Siamo ripartiti da un periodo difficilissimo di restrizioni, rilanciando con la candidatura Unesco le Marche come regione dei teatri e ottenendo l’inserimento nell’ambitissima “tentative list”. Abbiamo investito sul valore educativo dello sport, sulla riqualificazione degli impianti». 
L’impegno nella Capitale potrà garantire un valore aggiunto? 
«Sì, perché il centrodestra sarà al Governo e da Roma potrò fare ancora di più per la mia terra».
Il rovescio della medaglia. Ritiene giusto che un assessore interrompa il proprio mandato per prendere la via del Parlamento?
«Una premessa: ho acquisito maggiore consapevolezza della necessità di incidere a livello normativo. Detto questo, il lavoro che abbiamo impostato, e che ha una prospettiva pluriennale, proseguirà con il nuovo assessore, con cui mi impegnerò, fianco a fianco, per rafforzare il legame tra Governo e Regione».
Il suo primo contributo da parlamentare?
«Mi impegnerò nell’ascolto delle richieste dei territori».
In questi due anni ha rappresentato l’unica quota rosa nella giunta regionale: qual è l’eredità che lascerà alla donna che raccoglierà il suo testimone?
«Un percorso di rinnovamento già avviato e che adesso richiederà una sinergia sempre maggiore tra le istituzioni». 
Le Marche nel mirino per i diritti civili: anche la blogger Chiara Ferragni attacca la Regione per le scelte fatte in tema di interruzione volontaria di gravidanza. Il suo controcanto?
«Nessuno mette in discussione la 194, la legge dev’essere rispettata. La politica tuttavia deve lavorare affinché tutte siano messe in condizioni di scegliere liberamente: non è possibile che in un Paese civile ci siano donne costrette all’aborto dalle condizioni economiche. Qui abbiamo stanziato 1 milione di euro per evitarlo: in una nazione che soffre di denatalità, dovrebbe essere una priorità».
Si è detta contraria alla pillola abortiva: conferma la sua posizione?
«Sono convinta che ognuno è libero di scegliere secondo coscienza, ma quando la scelta di abortire è condizionata dal mancato appoggio psicologico e da problemi economici, le istituzioni e la società non possono abbandonare la donna in difficoltà e devono fare di tutto per sostenere la maternità e la vita».

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