Interporto, l'ora del rilancio: con 4,5 milioni del Mit si potenziano i piazzali. Acquaroli: «Da oggi la connessione con porto e aeroporto»

Interporto, l'ora del rilancio: con 4,5 milioni del Mit si potenziano i piazzali. Acquaroli: «Da oggi la connessione con porto e aeroporto»
Interporto, l'ora del rilancio: con 4,5 milioni del Mit si potenziano i piazzali. ​Acquaroli: «Da oggi la connessione con porto e aeroporto»
di Martina Marinangeli
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Venerdì 2 Luglio 2021, 04:50

ANCONA -  Il nuovo corso dell’Interporto è ai box di partenza. Lo scorso mercoledì sono stati posti i due tasselli fondamentali nel puzzle per il risanamento di un’infrastruttura finora non all’altezza delle sue potenzialità: si tratta della sottoscrizione dell’aumento di capitale da 8 milioni di euro garantiti dalla Regione (che così passa dal 63 al 95% delle quote societarie) e della vendita del terminal intermodale alla Dpa srl al prezzo di 4,5 milioni di euro, importo a cui vanno decurtati i canoni ad oggi versati dalla società. 


Va infatti ricordato che il 10 agosto 2018 Interporto spa stipulò con la Dpa scarl (ora Dpa srl) un contratto rent to buy per la gestione tecnica ed operativa del terminal intermodale, formula contrattuale che prevede il diritto della società di esercitare l’opzione di acquisto.

Due misure straordinarie che, insieme alla rinegoziazione dei debiti con i creditori, permettono ad Interporto di rientrare del rosso di 15milioni di euro accumulato negli anni, per il quale si è reso necessario un complesso piano di risanamento ad hoc. Un iter partito da lontano e che ha richiesto anche il via libera di Bruxelles.


La prima tappa è stata l’approvazione, appunto, del piano di risanamento da parte di Interporto spa lo scorso dicembre, ma il vero ostacolo era il disco verde dell’Unione europea all’aumento di capitale da 8milioni da parte della Regione, necessario per non restare impigliati nelle maglie della normativa sugli aiuti di Stato. Partita complicata che si è conclusa positivamente a marzo. Mercoledì, infine, lo step della sottoscrizione dell’aumento di capitale e la vendita del terminal. A completare il quadro, c’è anche la cessione ad un privato (Amazon) di una porzione del terreno limitrofo. Ma per l’iter amministrativo che transita per il comune di Jesi (dove sorge l’Interporto) saranno necessari almeno altri 2-3 mesi. Intanto, ci si concentra su quanto si è già portato a casa. «Abbiamo salvato un’infrastruttura che era costata 120 milioni di euro ai marchigiani – il commento del governatore Francesco Acquaroli –. Ora sarà possibile realizzare maggiori interconnessioni con porto ed aeroporto, snodi essenziali per l’intermodalità perché le merci devono essere in grado di arrivare alla destinazione finale in tempi certi».

L’autore del piano di risanamento Marco Carpinelli, presidente di Interporto spa, ha fatto inoltre notare che, con questi interventi, «l’infrastruttura sia in una condizione di equilibrio finanziario. Terminata la fase di risanamento, si apre quella di sviluppo industriale, recuperando la missione propria, legata alla logistica». Tra gli investimenti attesi, i 4,5 milioni di euro dal ministero delle Infrastrutture – ottenuti grazie all’aggiudicazione di un bando – per il potenziamento dei piazzali, per i quali verrà firmata a breve una convenzione.

Inoltre, Rfi ha inserito nei lavori per la Orte-Falconara anche l’ampliamento della piattaforma intermodale della stazione Jesi Interporto, con adeguamento del modulo a 750 metri (oggi 450). «È stato risolto un problema enorme – ha rimarcato il sindaco jesino Massimo Bacci -. Per il nostro territorio è una svolta fondamentale: torna operativa un’infrastruttura per gran parte ferma da anni, nonostante sia strategica per lo sviluppo regionale».

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