Il primario Marcello Tavio (Malattie infettive): «Non siamo ancora al picco, ma bene vaccino e mascherina»

Il primario Marcello Tavio (Malattie infettive): «Non siamo ancora al picco, ma bene vaccino e mascherina»
Il primario Marcello Tavio (Malattie infettive): «Non siamo ancora al picco, ma bene vaccino e mascherina»
di Maria Cristina Benedetti
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Lunedì 28 Novembre 2022, 04:40

Alza con cautela l'asticella dell’allarme-influenza, Marcello Tavio. Il primario della divisione di Malattie Infettive dell’ospedale regionale di Torrette, ad Ancona, avverte: «Nelle Marche siamo appena entrati nella zona di media-intensità». 

 
Lei che è stata una delle voci narranti della pandemia, ora ci dia le coordinate dell’Australiana. A che punto siamo? Ritiene che sia un virus irruento?
«In questo momento non possiamo affermare che questa stagione influenzale sia più aggressiva rispetto ad altre: è troppo presto. Ribadisco: nelle Marche siamo appena entrati nella zona di media-intensità. Per intenderci, il punto della curva non è ancora da zona rossa, non siamo al picco».
Sta diffondendosi in anticipo sui tempi considerati della consuetudine? 
«Sì. L’andamento dell’onda epidemiologica sta crescendo più rapidamente del solito. Il che fa dedurre che il tasso di contagiosità sarà alto. Ma ripeto: è ancora troppo presto per dirlo».
A chi consiglierebbe il vaccino e a chi invece lo obbligherebbe? 
«Noi, come medici, lo raccomandiamo, questo è il termine da utilizzare».
Mi correggo: chi esorterebbe a farlo?
«Alle stesse categorie alle quali solleciterei quello per proteggersi dal Covid. Ovvero, a tutte le persone fragili, tenuto conto che anche questo antidoto garantisce una copertura efficace e sicura; a tutti coloro che hanno patologie croniche; a chi ha più di 65 anni; agli operatori sanitari e a chi svolge una pubblica attività, cioè chi assicura un servizio che sarebbe un danno per la società interrompere. Questa, secondo me, è la popolazione target». 
Reputa che sia necessaria la mascherina per difendersi dall’infezione?
«Torno a usare la stessa espressione: è raccomandabile. Durante i due anni della pandemia, quando era obbligatorio indossarla, la curva influenzale praticamente era piatta. La dimostrazione del fatto che è risolutiva, determinante». 
Quanto impatterà sul sistema sanitario la combinazione di Covid e Australiana? 
«Lo ammetto: un minimo di preoccupazione ce l’abbiamo. Le patologie si stanno sovrapponendo. Secondo l’Istituto superiore della sanità, sull’analisi dei campioni processati, nel 10% delle persone infettate le due malattie coesistono. Il fenomeno della convivenza dei due virus ha una elevata probabilità che si manifesti». 
Quindi decide di alzare l’asticella dell’urgenza? 
«No, non è il momento.

Certo, dobbiamo prestare molta, molta attenzione. In ospedale i ricoveri per Coronavirus stanno aumentando. Ma siamo lontani dall’emergenza». 

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