Sesto mese con l'australiana: nelle Marche contagi da primato nazionale

Sesto mese con l'australiana: nelle Marche contagi da primato nazionale
Sesto mese con l'australiana: nelle Marche contagi da primato nazionale
di Lorenzo Sconocchini
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Domenica 5 Marzo 2023, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 13:40

ANCONA - Arrivata con due mesi di anticipo rispetto al normale andamento stagionale pre-Covid, con i primi casi sequenziati nelle Marche già a inizio ottobre, sembra che l’influenza non voglia proprio andarsene. Dopo il picco raggiunto a metà dicembre - con 22 casi settimanali ogni mille assistiti nei 37 ambulatori di medici e pediatri sentinella attivi in tutta la regione - la curva dei contagi dell’australiana aveva piegato verso il basso, nella seconda e terza settimana di gennaio. Le Marche erano tornate in zona gialla, con un’incidenza sotto i 15 contagi su mille. Pareva finita lì.


La ripartenza


Ma dopo due settimane di flessione, i casi di sindromi simil-influenzali rilevati dalla rete di sorveglianza Influnet sono tornati a salire e nell’ultimo report, relativo alla settimana 20-26 febbraio e pubblicato venerdì dall’Istituto superiore di Sanità, le Marche sono la regione con l’incidenza più alta in Italia: sono 564 i casi accertati, quasi 14 ogni 1000 assistiti negli ambulatori-sentinella.

Considerato che i pazienti degli ambulatori monitorati sono circa 40mila, la proiezione su una popolazione di meno di un milione e mezzo di residenti fa stimare circa 20.600 casi in tutta la regione. E dall’inizio del monitoraggio avviato a ottobre, secondo le proiezioni Influnet, sarebbero circa 345mila i marchigiani messi a letto dall’australiana, quasi uno ogni 4.


Il doppio della media


Attualmente nelle Marche siamo quasi al doppio dei casi registrati in media in Italia, che registra un’incidenza di 8,12 casi ogni mille assistiti. La popolazione più colpita, anche da noi, è quella pediatrica, con 33,5 casi settimanali su mille pazienti della fascia 0-4 anni e 18 nella fascia 5-14 anni. L’influenza australiana, dove predomina il ceppo H3N2, quest’anno dura molto più delle stagioni pre-Covid, forse proprio per effetto della mancata circolazione del virus influenzale nelle stagioni segnate dalla pandemia, dove isolamento e mascherine hanno praticamente spento sul nascere l’influenza. Soprattutto i piccoli, cresciuti in una sorta di bolla, al ritorno dell’australiana si sono trovati senza difese immunitarie naturali. E nonostante le 374 mila dosi di vaccino messi a disposizione dalla Regione già a ottobre, l’influenza ha dilagato e non accenna a scomparire, arrivata ormai al sesto mese di circolazione. 


Sopra la soglia


Mentre negli altri anni a marzo la curva dell’influenza era già piatta, nell’ottava settimana del 2023 tutte le Regioni e province autonome che hanno attivato la sorveglianza, registrano un’incidenza di casi sopra la soglia basale (3,16 casi per mille assistiti) tranne la Basilicata. In Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Abruzzo l’incidenza è sopra i dieci casi per mille assistiti, da zona arancione. «Il numero di sindromi simil-influenzali - si legge nell’ultimo report dell’Iss - è sostenuto, oltre che dai virus influenzali, anche da altri virus respiratori, tra i quali il virus sinciziale, nei bambini molto piccoli, e il Sars-Cov-2».
Ma almeno nelle Marche la curva dei contagi da Coronavirus continua a essere piatta. Nell’ultima settimana sono stati diagnosticati appena 481 casi positivi su 2.202 tamponi molecolari o antigenici testati, per un’incidenza di 31 casi ogni 100mila abitanti. E i ricoveri per Covid attualmente sono 45 in tutte le Marche, nessuno in terapia intensiva.
 

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