I grillini non ci pensano più: «Ma quale Pd, siamo al 12%»

I grillini non ci pensano più: «Ma quale Pd, siamo al 12%»
I grillini non ci pensano più: «Ma quale Pd, siamo al 12%»
di Andrea Taffi
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Lunedì 27 Luglio 2020, 05:40

ANCONA - Ne hanno parlato. Si sono confrontati sulle chat. Tre mesi fa non si sarebbe aperta neanche una valutazione. Invece c’è chi ha provato a ragionare e rendersi «possibilista». Ma la realtà più reale di tutti è che al di là di tutti gli appelli romani, il M5S delle Marche tirerà dritto per la sua strada. L’onda delle pressioni del segretario nazionale Pd Zingaretti e del capo politico Crimi sembra rifluita. E dopo l’evento di Pesaro, Mercorelli sembra aver preso coscienza della sua forza concentrandosi sul messaggio che il Movimento vuole portare nella campagna elettorale. 

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Il suo spin doctor si chiama Giorgio Caroli, cronista politico di lungo corso che nel 2010 ha fondato l’agenzia Mediatrainer, base a Roma: «Il nostro slogan prende proprio spunto dall’idea di ripartire: ricominciamo. Ricominciamo, intanto, dopo questa tragedia chiamata lockdown e ricominciamo da Mercorelli. Gianni è una figura che dieci anni si è speso a tutti i livelli per il Movimento, si è preparato, ha studiato e si è documentato. Ricominciamo anche dal Movimento, possono esserci stati degli errori e gli errori si possono commettere. Non li commette solo chi come il Pd non fa niente». Nessun rimpianto sul quello che sarebbe potuto maturare con i democrat: «Io lo dico da gennaio che non ci sono margini per poter trattare con il Partito Democratico. Di chiacchiere ne sono state fatte molte ma le strade sono tracciate». Nè Caroli è in grado di quantificare la cubatura del Movimento delle Marche, uno dei grandi interrogativi: «Abbiamo letto sul Corriere del 14% noi per ora non abbiamo commissionato sondaggi. Cerchiamo di essere prudenti e ne riparleremo dopo Ferragosto - continua Caroli - è un momento gli sbilanci sono molto forti». 

Gli sbilanci sono le forchette delle stime, la volatilità del voto negli ultimi anni è un fattore innalzatosi esponenzialmente. «Non solo - continua Caroli - i sondaggisti dicono che c’è una bassa consapevolezza del voto amministrativo e ancora più bassa di quello referendario che verosimilmente potrebbe avere un suo traino. Le stime dell’astensione in questo momento sono oltre il 50 per cento». Caroli si dice soddisfatto di Mercorelli nel confronto a quattro di Pesaro e qui si ferma. L’uscita di Maggi e Pergolesi è stata incassata senza contraccolpi. Semmai si è conclamata una divergenza di vedute che da troppo tempo andava avanti. «Semmai - mormora un esperto conoscitore del Movimento nelle Marche potrebbe solo farci bene. La nostra stima è che siamo tra il 10 e il 12 per cento se andiamo da soli.

Avessimo accettato l’alleanza ci avremmo rimesso, e molto. Di seguito ne abbiamo e anche il radicamento sul territorio ci spinge a fare una campagna elettorale a testa alta».

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