Lo scudo di Acquaroli sulla sanità: «Di Furia? La ringrazio». Saltamartini isolato? Il governatore taglia corto: «Zero problemi, siamo compatti»

Lo scudo di Acquaroli sulla sanità: «Di Furia? La ringrazio». Saltamartini isolato? Il governatore taglia corto: «Zero problemi, siamo compatti»
Lo scudo di Acquaroli sulla sanità: «Di Furia? La ringrazio». Saltamartini isolato? Il governatore taglia corto: «Zero problemi, siamo compatti»
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 1 Settembre 2021, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 15:08

ANCONA - I buoni rapporti con il governatore Francesco Acquaroli non bastavano più. Già da qualche settimana, circolavano con insistenza voci che la davano con le quotazioni in caduta libera, molto più verso il benservito che verso la riconferma. Il destino dell’ormai ex dirigente del Servizio Sanità della Regione Lucia Di Furia era segnato: un tassello troppo strategico per lasciarlo in mano ad una persona scelta per quel ruolo dall’ex presidente Luca Ceriscioli, soprattutto per una maggioranza che ha fatto della discontinuità nel settore sanitario uno dei principali vessilli della campagna elettorale. 

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Le dimissioni a ciel sereno
Con ogni probabilità, ne era ben consapevole anche la diretta interessata, che optando per le dimissioni – ufficializzate lunedì in tarda mattinata – ha di fatto agevolato il passaggio di testimone.

Ma, inevitabilmente, ha impresso anche un’accelerata a quella riorganizzazione della macchina amministrativa su cui l’Esecutivo stava lavorando. Ed il valzer dei dirigenti è diventato più un rock and roll acrobatico. Di Furia ha ancora davanti a sé oltre 90 giorni di ferie da consumare. Poi, o tornerà all’Area vasta 1 da cui proviene, o potrebbe aprirsi direttamente anche la strada della pensione. Sono escluse nomine a interim.


Il pallino al presidente
Il pallino cade così nel campo del presidente, che dovrà scegliere una persona all’altezza del compito, tanto più in tempi di pandemia. Ciò significa avviare un interpello per cercare il sostituto all’interno del personale in forze alla Regione, andando a scovare chi possiede tutti i requisiti e, volendo fare una stima, la partita dovrebbe chiudersi non prima di novembre. Tempo plausibile anche per portare a casa il tetris che riguarda il resto della riorganizzazione dell’Ente. 


La vera notizia
La vera notizia della storia è che la decisione di Di Furia di dare le dimissioni senza alcun preavviso ha colto tutti di sorpresa, benché, come si diceva, fosse già nell’ordine delle cose la scelta di un avvicendamento. Un rumorosa anomalia per il più importante dei dirigenti, anche se fuori dalle grazie del governo. Il governatore come al solito ha contato fino a cento: «Sono scelte personali che vanno rispettate. Anzi, direi che mi viene da ringraziarla per quel che ha fatto per noi». Ora si apre un’autostrada in sanità, considerando che anche l’Azienda regionale sanitaria ha lo scranno più alto vacante – da gennaio, lo aveva “ereditato” ad interim proprio Di Furia, dopo il pensionamento di Rodolfo Pasquini – e proprio ieri si sono chiusi i termini per la presentazione delle candidature. Ed in questo scenario, il convitato di pietra finisce per essere il titolare della delega più pesante, ovvero l’assessore Filippo Saltamartini, che con il suo piglio decisionista ha da subito cercato di imprimere il cambio di passo. Un atteggiamento che però ha stressato ulteriormente il mondo della sanità, già provato dallo tsunami Covid. Che tra Di Furia e Saltamartini i rapporti fossero tesi era cosa nota un po’ a tutti, ma anche con altre figure apicali di settore non starebbe filando tutto liscio, per usare un eufemismo. Dal mondo sanitario, le fibrillazioni arrivano fino a Palazzo Raffaello inevitabilmente, anche se in giunta sono tutti pronti a giurare che i rapporti interni all’Esecutivo sono idilliaci. Certo, anche in FdI e nella Lega si discute dell’assessore un po’ isolato: non l’impegno da recordman, per carità, piuttosto sui toni, qualche dichiarazione forte, un mandato sempre sul filo del rasoio. Ma anche qui, la versione ufficiale blinda invece, almeno per il momento, Saltamartini nel suo ruolo. «Non c’è nessun problema Saltamartini - liquida Acquaroli - anzi devo elogiare l’esecutivo per la sua compattezza». Insomma: a parte il caposervizio più in vista della Regione che se ne va sbattendo la porta, è tutto a posto.

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