Il governo abbassa le soglie per le nuove zone colorate: il 7 e l'8 in giallo. Ma c'è sempre la paura dell'arancione e l'incubo lockdown

Il governo abbassa le soglie per le nuove zone colorate: il 7 e l'8 in giallo. Ma c'è sempre la paura dell'arancione e l'incubo lockdown
Il governo abbassa le soglie per le nuove zone colorate: il 7 e l'8 in giallo. Ma c'è sempre la paura dell'arancione e l'incubo lockdown
di Martina Marinangeli
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Lunedì 4 Gennaio 2021, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 10:09

ANCONA -  Le valutazioni sono ancora in corso, ma una considerazione sembra ormai certa: dal 7 gennaio non ci sarà un “tana libera tutti”. Con le festività agli sgoccioli, anche le misure restrittive del Dpcm Natale avrebbero dovuto allentare la presa, ma l’accelerata nei contagi ha imposto un supplemento di riflessione. Ieri c’è stato un vertice romano tra governo, capi delegazione di maggioranza e membri del Comitato tecnico scientifico a cui ha fatto seguito, in serata, una conferenza Stato-Regioni. 

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Tra i temi all’ordine del giorno: l’ipotesi di rimodulazione del parametro dell’Rt finalizzato alla collocazione in una delle tre fasce di rischio. Finora la zona arancione scattava al superamento della soglia dell’1,25, ma l’Esecutivo starebbe valutando di portare l’asticella all’1 – cosa che per le Marche, sul filo del rasoio dell’1, potrebbe voler dire mancare la zona gialla -, mentre si entrerebbe in zona rossa con l’1,25 e non più con l’1,5. Nella cabina di regia convocata per venerdì 8 saranno decise le nuove fasce di rischio per le Regioni – ancora da capire se con il parametro Rt aggiornato o meno –, ma nel frattempo il governo Conte sta anche ragionando su misure-ponte che accompagnino l’Italia nel periodo post vacanze. Per esempio, se giovedì e venerdì si prospettano gialli, nel weekend del 9 e 10 gennaio, in tutto il Paese saranno in vigore le restrizioni previste per la zona arancione: tra queste, le chiusure di bar e ristoranti, aperti solo per la vendita da asporto. Dal 7 al 15 gennaio, inoltre, dovrebbe essere consentito lo spostamento tra Regioni solo per motivi di necessità. Tra le ipotesi, anche la proroga fino al 15 gennaio del divieto di ospitare a casa più di due parenti o amici (minori di 14 anni esclusi), in scadenza mercoledì 6. 

Già da questa mattina, le Marche dovrebbero sapere, in via ufficiosa – la comunicazione ufficiale avviene dopo le valutazioni della cabina di regia –, la propria collocazione all’interno delle fasce di rischio, con una sfumatura che, dall’11 gennaio, potrebbe tingersi di arancione se il numero di casi positivi sintomatici non sarà tornato sotto controllo rispetto a quei 316 registrati nella settimana tra il 21 ed il 27 dicembre che hanno fatto schizzare l’Rt a 0,99.

Se un occhio è costantemente puntato sulla variopinta questione delle zone di rischio, l’altro sta fisso sul piano vaccinale, che però procede a rilento un po’ in tutta Italia.

Nelle Marche, slitta di un giorno la consegna di ulteriori 9mila dosi del farmaco targato Pfizer-BioNTech: prevista per oggi, dovrebbe – il condizionale è d’obbligo – essere posticipata a domani. Il problema è che si va a rilento. «Con oggi (ieri, ndr) dovremmo essere in una posizione molto superiore – rassicura l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini – perché le strutture sanitarie sono andate avanti. Ma comunque dobbiamo sbrigarci: già domani (ieri per chi legge, ndr) partiamo con la vaccinazione nelle case di riposo e nelle Rsa. La somministrazione, come da accordo, è in capo ai medici di base in queste strutture, ma intanto inizierà il personale Asur». L’altro nodo da sciogliere, quando la campagna vaccinale entrerà nel vivo, sarà quello del personale sanitario da impiegare: «Lo Stato non ci manderà unità aggiuntive come aveva detto – bacchetta Saltamartini –, perciò dovremo contare solo sulle nostre forze. Almeno ci autorizzino ad impiegare medici ed infermieri pensionati con Quota 100».

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