ANCONA Il primo dato che salta agli occhi è l’aumento da un anno all’altro dei marchigiani che hanno fatto le valigie e sono andati a vivere altrove. Quasi 8mila in più tra il 2019 e il 2020: lo certifica l’Aire, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, nel dossier del sistema informativo statistico della Regione Marche.
L’altra sorpresa arriva invece dal sondaggio effettuato tra i giovani che hanno deciso di voltare pagina con un volo di sola andata: soltanto il 3% è certo che prima o poi tornerà a casa, tutti gli altri pongono condizioni o addirittura scavano fossati tra la vecchia e la nuova vita.
I dettagli
Dal generale al particolare: è la provincia di Macerata con 53.857 iscritti all’Aire è il territorio con più emigrati (33,8%), seguita dalla provincia di Ancona con il 27% (42.978), dalla provincia di Pesaro Urbino con il 16,2% (25.784), dalla provincia di Fermo con l’11,8% (18.863) e dalla provincia di Ascoli Piceno con l’11,2% (17.860). Il Maceratese si differenzia con oltre 172 iscritti ogni 1.000 residenti, mentre la provincia di Pesaro-Urbino presenta la minor incidenza di iscritti all’Aire con 72 ogni 1.000 residenti. Sempre alla data del 6 luglio 2020 i giovani marchigiani di età compresa tra i 18 e 34 anni iscritti all’Anagrafe erano 35.245, pari al 22,12% del totale: sono aumentati rispetto all’anno precedente sia in valore assoluto sia in valore percentuale. Tra le destinazioni scelte da questi ragazzi dove poter costruire un futuro ci sono Regno Unito, Germania, Spagna, Stati Uniti, Paesi Bassi, Australia, Austria e Irlanda.
Le percentuali
Dalla distribuzione per continente di residenza il 65% dei giovani tra 18 e 34 anni iscritti all’Aire risiede in America ed il 31% in Europa. «Nella graduatoria decrescente dei principali Paesi di residenza dei giovani marchigiani - si legge nel dossier regionale - l’Argentina si colloca al primo posto, seguita dalla Svizzera, dalla Spagna e dal Belgio».
I nodi da sciogliere
Solo il 3% è sicuro di tornare in Italia e un altro 9% non ha ancora le idee chiare, avendo magari iniziato questa avventura da poco tempo. «Nel complesso comunque il 69,8% degli intervistati tornerebbe in Italia se le remunerazioni fossero competitive con quelle straniere, e il 17,4% se potesse contare in futuro su una pensione adeguata. Il 44,2% pone come condizione il miglioramento delle condizioni di vita. Solo il 9,3% indica la possibilità di tornare nella propria regione». In tutto questo pesa anche la scarsa partecipazione delle nuove generazioni di marchigiani che risiedono all’estero «per futuri sviluppi degli interventi e per favorire anche la memoria storica in tema di emigrazione». Marche addio per sempre.
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