Primo giorno in aula, foulard col tricolore e gambe che tremano: giornata d’esordio per i 15 nostri parlamentari a Roma

Primo giorno in aula, foulard col tricolore e gambe che tremano: giornata d’esordio per i 15 nostri parlamentari a Roma
Primo giorno in aula, foulard col tricolore e gambe che tremano: giornata d’esordio per i 15 nostri parlamentari a Roma
di Lucilla Niccolini
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Venerdì 14 Ottobre 2022, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 16:00

Emozione e senso di responsabilità: sentimenti condivisi dai 15 eletti che, da ieri, rappresentano le Marche in Parlamento. La XIX legislatura vede sugli scranni di Camera e Senato qualche veterano e alcune new entry. Come Guido Castelli, già sindaco di Ascoli Piceno e assessore in Regione, che, sulle ali dei voti ottenuti, ha lasciato la giunta regionale per Palazzo Madama. «Mi tremavano le gambe, perché negarlo? È l’atmosfera stessa dell’aula a incutere rispetto e compostezza». In quella sede sacra, però, ieri mattina sono volati stracci, tra Berlusconi e La Russa. In completo blu gessato e cravatta blu, donata lunedì da Giorgia Meloni ai suoi parlamentari, Castelli minimizza: «In realtà, in quell’ambiente ovattato prevalgono stile e protocollo». 

 
Al settimo cielo


Dalle poltrone del pubblico, la mamma del senatore Castelli ha seguito tutta la seduta. «Al settimo cielo!». Un completo blu, comme il faut, indossava in quell’aula ieri anche Giorgio Fede, Movimento 5 Stelle, di cui è coordinatore per le Marche, da San Benedetto. «Il clima è sereno, ma il cimento è grande, in un momento molto complesso». Non condivide l’ottimismo di Castelli: «La millantata armonia della maggioranza sembra un miraggio. Noi, tutti uniti attorno al presidente Conte, abbiamo chiare le urgenze da affrontare, con proposte che poniamo sul tavolo da mesi. Adesso speriamo che arrivino le giuste risposte ai problemi».


Una forte motivazione ha accompagnato anche il dem Augusto Curti nell’aula di Montecitorio, «in un palazzo che conoscevo solo da visitatore. Da deputato, un’altra prospettiva. Ma lo stesso impegno, anche se nuovo e più importante, che affronterò con la diligenza del buon padre di famiglia, sostenuto dai consigli della mia Ramona».

Per il Paese, così come per la piccola comunità di Force, di cui è stato sindaco. «Lo esige l’urgenza del momento». Per la prima volta alla Camera, anche il leghista Mirco Carloni, abito e cravatta blu, «rigorosamente Made in Marche», unisce soddisfazione ed eccitazione. «Per me, si corona un sogno, iniziato da quando, appena diciottenne, nel ‘99 sono stato eletto consigliere comunale a Pesaro».

«È un momento storico per la destra italiana», esulta, non lontano da lui, Rachele Silvestri, che a Montecitorio, dov’era entrata nel 2018 col M5S, siede tra le file dei Fratelli d’Italia. «Indosso con orgoglio il foulard blu col tricolore, dono della Meloni. Potrebbe essere lei la prima donna a capo del Governo italiano». Ma un’altra donna, Irene Manzi, di nuovo alla Camera con il Pd, constata che è in evidente calo la componente femminile uscita da queste elezioni politiche, rispetto alla precedente legislatura. «Così come è tornata a crescere l’età media dei parlamentari».


Camicia bianca
In completo nero e camicia bianca, lamenta un’involuzione, che constata anche Giorgia Latini da Fabriano, seduta in total black sugli scranni del Carroccio. Lei torna, dopo un’esperienza di due anni in Giunta regionale: «Ritrovo amici e colleghi, ma quanta nostalgia dei bellissimi rapporti instaurati a Palazzo Raffaello. Sono sicura che chi mi seguirà saprà portare avanti i miei progetti». Con lei, è entrato alla Camera anche l’anconetano Stefano Benvenuti Gostoli. In blu d’ordinanza, non nasconde l’eccitazione. «Ho ritrovato tanti volti noti del mio partito, Fratelli d’Italia, che conosco da quando entrai nel movimento giovanile. Ma non ho potuto sottrarmi a un senso di soggezione». Come in tribunale, avvocato? «Non c’è confronto possibile. Lì, rappresento solo una parte; qui rappresento tutti i cittadini». 

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