Malati di gioco, i marchigiani spendono 2 miliardi l'anno: nel 2022 curati 413 casi di ludopatia

La Regione ha stanziato 5 milioni contro il gioco d'azzardo e le dipendenze digitali

Malati di gioco, i marchigiani spendono 2 miliardi l'anno: nel 2022 curati 413 casi di ludopatia
Malati di gioco, i marchigiani spendono 2 miliardi l'anno: nel 2022 curati 413 casi di ludopatia
di Lorenzo Sconocchini
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Venerdì 31 Marzo 2023, 04:40 - Ultimo aggiornamento: 14:06

ANCONA - Cinque milioni in dotazione al piano triennale della Regione contro la ludopatia, un milione in più della maxi vincita che i superfortunati giocatori marchigiani (4 di Montecassiano, uno di Montegranaro) si aggiudicarono a metà febbraio con le quote del sistemone elettronico che aveva sbancato il Superenalotto con un del jackpot di oltre 371. Per ogni giocatore che esulta, ce ne sono tanti purtroppo che lasciano soldi nel vizio del gioco. 


La spesa annua


«I marchigiani spendono quasi 2 miliardi di euro l’anno per giochi e scommesse: un fenomeno sociale che sta assumendo proporzioni sempre più rilevanti ma anche conseguenze pericolose per la stabilità economica di molte famiglie - ricorda l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini in merito a gioco d’azzardo patologico e dipendenze digitali - Per garantire il recupero di persone affette da patologie legate al gioco la Regione ha stanziato quasi 5 milioni di euro».

La legge regionale del 2017 sulla prevenzione e il trattamento del gioco d azzardo patologico e della dipendenza da nuove tecnologie e social network prevede infatti l’approvazione del Piano triennale.
Nel 2022 le persone in carico al sistema sanitario per problemi relativi a gioco d’azzardo patologico e dipendenze digitali sono state 413 (contro i 429 del 2021).

Di questi, 363 per problematiche inerenti il gioco d’azzardo patologico (erano 385 nel 2021) e 50 per problemi relativi alle dipendenze digitali (contro i 44 del 2021). Il Piano 2023 – 2025 mette in campo 4.790.380 euro, di cui 800 mila annui di fondi regionali, ripartiti in 4 macroaree.

Il 56% delle risorse è destinato alla prevenzione (iniziative di informazione, educazione e sensibilizzazione, il 38% al trattamento dei casi patologici (Consulenza e ascolto, cura e riabilitazione) e il 6% alla formazione degli addetti. Il monitoraggio è curato dal Consiglio nazionale della Ricerca, con fondi del Piano Gap. «Serve un approccio integrato, sociale e sanitario, che parte dai Dipartimenti per le Dipendenze Patologiche delle Ast – sottolinea l’assessore –. Ma la prevenzione parte dalle scuole, sin dalle materne, coinvolgendo genitori, insegnanti e studenti».

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