ANCONA - Mai nell’ultrasecolare storia delle camere di commercio marchigiane c’era stata una nomina di livello nazionale: c’è riuscito Gino Sabatini, da due anni presidente dell’ente camerale aggregato a perimetro regionale, da ieri vicepresidente nazionale di Unioncamere.
Una nomina che coglie due obiettivi: il primo prevalentemente di immagine, visto che le Marche sono abituate a raccogliere le briciole su tutti i tavoli nazionali (e ad accontentarsi), il secondo più di sostanza visto che alcune importanti risorse del PNRR, in particolare quelle su transizione green, digitalizzazione e imprenditoria giovanile e femminile, saranno filtrate dal nuovo governo di Unioncamere, che di conseguenza diventa un interlocutore forte nei confronti del Mise e dei ministeri della Transizione ecologica e di quella digitale. Senza contare che la nuova presidenza nazionale di Uniocamere ha un valore e responsabilità maggiori rispetto a quella uscente, perché la riforma ha ridotto gli enti da 105 a 74 e dovrà dettare le linee strategiche del sistema camerale del futuro, che dovrà dimagrire ancora fino a 60 circoscrizioni territoriali.
«È un riconoscimento alle Marche e al lavoro concreto e produttivo che abbiamo portato avanti negli ultimi tre anni, grazie allo spirito di squadra e alle scelte unanimi prese dalla nostra giunta, dal nostro Consiglio e da tutto il sistema associativo, scelte che si sono velocemente trasformate in progetti concreti per il nostro sistema imprenditoriale». Si schernisce Sabatini, convinto che “la filiera istituzionale guidata dalla Regione Marche da oggi si rafforzerà ulteriormente».
A battere tutti sul tempo per congratularsi è stato il presidente di Confindustria Marche, Claudio Schiavoni.