Giacomo Bugaro e le consulenze gratuite: «Assorbito dal mio lavoro non potevo chiedere soldi»

Giacomo Bugaro e le consulenze gratuite: «Assorbito dal mio lavoro non potevo chiedere soldi»
Giacomo Bugaro e le consulenze gratuite: «Assorbito dal mio lavoro non potevo chiedere soldi»
di Martina Marinangeli
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Domenica 3 Aprile 2022, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 08:57

ANCONA  - Tutti gli uomini del presidente. Con due decreti gemelli del 31 marzo, il governatore Francesco Acquaroli ha riconfermato nei loro ruoli di consulenza Giacomo Bugaro e Gianluca Caramanna, rispettivamente per la programmazione regionale ed i rapporti istituzionali con il capoluogo, e per lo sviluppo turistico. Incarichi – della durata di un anno, ma ulteriormente rinnovabili – svolti a titolo gratuito, va sottolineato, dal momento che è previsto solo il rimborso delle spese effettivamente sostenute per lo svolgimento dell’attività e debitamente documentate, nel limite massimo di 1000 euro l’anno.

All’ex consigliere regionale azzurro Bugaro, il ruolo era stato conferito in prima battuta il 19 febbraio del 2021 e, in questo anno da consulente, ha seguito una delle partite più delicate che siano finora arrivate sui tavoli della Regione: la successione alla guida dell’Autorità di sistema portuale, con tutto lo psicodramma conseguito all’affaire Africano.

Un lavoro non da poco, ma esercitato senza percepire compensi: perché? 


A spiegare le ragioni della scelta è il diretto interessato. «Il motivo è semplice: non posso dedicare tutto il mio tempo a questa attività perché sono molto assorbito dagli impegni professionali e dunque non mi sento di chiedere soldi alla comunità. Al tempo stesso, non ho potuto dire di no alla richiesta di una persona a cui tengo molto e di cui ho il massimo rispetto». Alias, il governatore. Sulla patata bollente dell’Authority, in effetti, il suo intervento è stato quasi provvidenziale. «Si è trattato di una partita complessa che ho seguito dalla vicenda Africano in poi, e penso di aver indicato il nome di una figura che, da una parte, ha delle competenze indiscusse e, dall’altra, è una persona perbene».

Parliamo dell’ingegner Vincenzo Garofalo, già presidente dell’autorità portuale di Messina, che si è insediato a Molo Santa Maria lo scorso 15 marzo. Ma archiviata una grana, se ne profila un’altra all’orizzonte ed il consulente punta subito il cursore in direzione della prossima sfida campale nella dorica. «Sulla carta, c’è il rinnovo della guida di un’istituzione importantissima come quella dell’azienda ospedaliera di Torrette – fa notare Bugaro –. A fine anno (a novembre, ndr) scadono i vertici ed è un’altra sfida da non perdere. Vanno fatte delle scelte importanti (nella speranza di essere in una fase post Covid) per cercare di migliorare la qualità del servizio di una struttura che deve essere sempre di più un punto di riferimento non per l’emergenza-urgenza, ma per tutte quelle attività di intervento programmato che possono dare anche una soluzione alle liste d’attesa, potenziando la qualità degli interventi nelle Marche». 


Parole che sanno di repulisti, ma poi precisa: «Non sta a me dire in questa fase se ci sarà un rinnovo o una riconferma dei vertici, ma di certo bisognerà fare una riflessione e la scelta sarà importante. Nel mio piccolo, esporrò qual è il mio pensiero al presidente, che ha per vocazione istituzionale quella di fare sintesi. Il mio è un ruolo di consulenza di carattere personale con il presidente: io gli dico come la penso, poi spetta a lui decidere e fare la sintesi con le forze politiche».

Quanto ai nomi degli eventuali successori, schiva la palla curva: «Ci stiamo guardando intorno, non è escluso neanche che – in toto o in parte – possa esserci una riconferma». L’altro bis è quello che riguarda il romano Caramanna, diventato consulente il 23 febbraio 2021 ed ora riconfermato. Responsabile nazionale del dipartimento turismo di Fratelli d’Italia, quando venne scelto dal presidente Acquaroli si attirò gli strali del Partito democratico, che parlò «un’amministrazione commissariata dal partito nazionale», domandando se non ci fosse una figura all’altezza nelle Marche. I dem proposero anche un ordine del giorno in Consiglio regionale per chiedere la revoca dell’incarico. Ma la maggioranza rispose picche allora ed ora il governatore cala la riconferma.

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