Le lenticchie made in Marche sono la star del cenone di San Silvestro

Le lenticchie made in Marche sono la star del cenone di San Silvestro
Le lenticchie made in Marche sono la star del cenone di San Silvestro
di Andrea Fraboni
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Giovedì 30 Dicembre 2021, 09:25 - Ultimo aggiornamento: 09:33

Marche da primato per la lenticchia. Per la produzione secondi in Italia, dietro solo alla adiacente Umbria (le due regioni rappresentano il 50% della produzione nazionale). A ridosso del cenone di San Silvestro, e comunque con le settimane del freddo, ecco i giorni in cui le lenticchie sono assolute protagoniste delle tavole italiane. Nella nostra regione sono 1.100 gli ettari certificati per la coltivazione e una produzione di 12mila quintali, stabile negli ultimi anni.

La coltivazione intensiva è sui piani carsici di Castelluccio, all’interno del Parco Nazionale dei monti Sibillini che comprende nella parte marchigiana oltre a Castelsantangelo, anche Montemonaco, Ussita e Visso con piccole coltivazioni.

La descrizione

La lenticchia è una pianta annuale erbacea, alta da 20 cm a 70 cm.

Gli steli sono dritti e ramificati. Le foglie sono alterne e composte e terminano con un viticcio generalmente semplice o bifido. Sono munite alla base di stipole dentate. La fioritura avviene tra maggio e luglio. I frutti sono dei baccelli appiattiti, corti, contenenti due semi dalla caratteristica forma a lente leggermente bombata. Il colore dei semi varia secondo le varietà da pallido (verde chiaro, biondo, rosa) a più scuro (verde scuro, bruno, violaceo).

I gioielli di Castelluccio

La lenticchia di Castelluccio di Norcia si presenta al consumo con colore variegato che va dal verde screziato al marroncino chiaro, con presenza di semi tigrati. La zona di coltivazione è l’altopiano di Castelluccio per una superficie complessiva di circa 20 kmq. ricadente per la parte del Pian Grande e del Pian piccolo nel comune di Norcia e per la parte del Pian Perduto nel Comune di Castelsantangelo su Nera (Macerata) con altitudine media di 1.400 metri. La zona di produzione ricade integralmente nel Parco nazionale dei monti Sibillini. Chiamata dagli abitanti di Castelluccio di Norcia “Lénta“, è il prodotto rappresentativo del paese per eccellenza. Viene seminata, non appena il manto nevoso è completamente disciolto. Tra fine maggio e la metà di luglio, l’altopiano di Castelluccio è testimone di un evento di particolare importanza, la fioritura. Per diverse settimane la monotonia cromatica del pascolo, viene spezzata da un mosaico di colori, con variazioni di toni che vanno dal giallo ocra al rosso. Anche se la festa della fioritura ricade, solitamente, nella terza e nell’ultima domenica di giugno, non esiste un preciso giorno per ammirare questo incantevole spettacolo. Ogni anno tutto è affidato all’andamento climatico della stagione.

Il produttore

D’accordo Castelluccio ma dicevamo anche Montemonaco, nell’alto Ascolano. Francesco Fortuni produce innanzitutto lenticchie, ceci (tipo Sultano tipiche dell’alta montagna), cicerchia e altri legumi. È tra i protagonisti di Campagna Amica di Coldiretti nel mercato coperto di Ascoli. «Per le lenticchie una produzione limitata quest’anno per la siccità che ci ha condizionato. Ma i danni più grandi li stanno facendo gli ungulati, i cinghiali. Tutti parlano ma nessuno ci tutela e interviene. Se nessuno farà niente queste colture scompariranno dai territori dell’alta montagna». «La mia lenticchia è identica a quella di Castelluccio - prosegue Fortuni - grande qualità, identica a quella umbra ma senza riconoscimento Igp e questo ha una ricaduta anche sui prezzi. Ora con la Deco istituita dal Comune di Montemonaco speriamo di fare qualche passo avanti».

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