Ma quanto vogliamo andare avanti con questo nanismo del pensiero? Nelle Marche dei mille campanili, regione plurale per definizione e per scelta (miope), nel 2023 non si riesce ancora a far passare un concetto lapalissiano: il “piccolo è bello” non è più sostenibile. In un mondo che corre sempre più veloce, noi restiamo impantanati in battaglie fuori dal tempo, che frenano ogni barlume di sviluppo.
Il Pnrr come evidenza
È bastato il Pnrr a rendere evidente quanto i piccoli comuni non siano in grado di sostenere le sfide del nostro tempo. Semplicemente perché, nell’era della globalizzazione, un paese di poche migliaia di abitanti come tanti nelle Marche, non è competitivo: l’ottusa strenua difesa del campanile finisce per soffocare l’intero sistema.
La (non) visione
«Allora partiamo dalla messa in rete di qualche servizio», ha tentato la mediazione democristiana d’antan. Conscio che - come infatti è accaduto - gli altri primi cittadini avrebbero risposto picche alle fusioni, confermando di avere una visione che al confronto Neanderthal era un riformista illuminato. Tradotto: continuiamo a blindare i piccoli orticelli personali a scapito del bene comune, brandendo lo spauracchio dell’identità rubata. Poi non sorprendiamoci se, a forza di restare piccoli, finiremo per sparire.
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