ANCONA - Le Marche sul crinale, con l’incognita scuola che rischia di far saltare il banco. Restano ancora circa 50 posti letto in area medica a separarci dalla zona arancione – cosa che va oltre le più rosee aspettative, dal momento che i primi pronostici paventavano un passaggio alla fascia di rischio più alta già al rientro dalle vacanze –, ma con il contagio che galoppa a numeri giornalieri a quattro cifre, ad un certo punto il cambio di colore appare inevitabile.
Il tema della scuola
Tanto più che la riapertura delle scuole rappresenta un vettore di trasmissione non indifferente. «La situazione quest’anno è diversa – osserva il governatore Francesco Acquaroli –: per fortuna non abbiamo ancora dovuto operare una riconversione delle strutture ospedaliere: gli interventi programmati sono tutti in esecuzione, solo una piccola parte viene riconvertita per curare il Covid». A differenza dell’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini - che lo ha escluso a più riprese -, il presidente si è poi mostrato possibilista in merito all’ipotesi di riattivare il Covid hospital di Civitanova (come chiesto anche dal sindaco Fabrizio Ciarapica), magari rimodulandone la funzione: non solo letti di intensiva e semi intensiva, ma anche per pazienti meno gravi. «Valuteremo con il sistema sanitario regionale se sarà necessario riaprirlo», il commento. Nell’attesa di capire se i ritmi dei ricoveri raggiungeranno livelli tali da richiedere questo provvedimento, l’osservata speciale resta la scuola. La preoccupazione per l’aumento dell’incidenza deriva da un aspetto epidemiologico molto chiaro a chi analizza i flussi.
Per arginare il contagio
Per arginare quanto più possibile il contagio tra i banchi, la Regione sta mettendo in campo anche screening ad hoc per gli studenti - nel weekend quello rivolto alle Superiori – ma ieri molti ragazzi hanno disertato le lezioni chiedendo maggior sicurezza. In particolare, le consulte studentesche di Ancona ed Ascoli hanno posto l’accento su una serie di criticità nel processo di screening in una call con Acquaroli, gli assessori Saltamartini e Latini (Istruzione), e l’Ufficio scolastico regionale. Per oggi pomeriggio, invece, sono previsti due tavoli - uno per la sicurezza, l’altro di confronto con tutti i soggetti legati al mondo della scuola, dai dirigenti scolastici ai sindacati, passando per rappresentanti di genitori e di studenti – per fare il punto sulle nuove regole per le quarantene. «Noi stiamo mettendo in campo tutte le energie che abbiamo a disposizione come sistema sanitario regionale, però le risorse sono quelle e la coperta è corta– fa notare il governatore –. È chiaro che il ritorno in classe comporterà la messa in movimento di una massa enorme di persone anche nel trasporto pubblico locale. Questi due aspetti preoccupano – ammette –: nella conferenza della Regioni avevamo chiesto al governo di valutare anche uno spostamento del rientro in classe, magari recuperando una “coda” a fine anno, non necessariamente ricorrendo alla Dad. Comprendiamo le difficoltà, però crediamo che tenere sotto controllo la curva pandemica in questo momento della stagione potrebbe essere possa essere molto importante. Questo non è stato valutato in maniera positiva dal governo centrale: ne prendiamo atto».
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