Fly-food, dopo i pasti c’è la spesa che ora vola direttamente a casa

Roberto Falappa, Marco Bigi e Andrea Verdolini di Fly-food
Roberto Falappa, Marco Bigi e Andrea Verdolini di Fly-food
di Francesco Romi
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Giovedì 29 Ottobre 2020, 02:00

ANCONA  - «Questa seconda ondata della pandemia impatta su una situazione già critica per i produttori locali dell’agroalimentare: la nostra idea è di coinvolgere e rivitalizzare la filiera grazie al digitale, non solo posizionando i brand sullo stesso target ma aprendo loro un data base di oltre 7 mila clienti che, negli scorsi mesi, si sono affidati a Fly-food». Roberto Falappa, Marco Bigi e Andrea Verdolini, nemmeno 80 anni in tre, hanno deciso di investire nuovamente, forti delle competenze personali e del know-how che hanno maturato in poco meno di quattro anni con la start-up che, grazie a una piattaforma, garantisce la consegna a domicilio del pasto. 

 
Fly-food Market è uno spin-off che rappresenta una sfida ancora più complessa: innanzitutto perché è una piattaforma b2b, quindi molto orientata agli imprenditori (soprattutto quelli delle Marche), poi perché – a differenza di altre esperienze di e-commerce simili – consegna i prodotti entro un’ora dall’accettazione. «E per rispettare questo impegno - spiega Falappa - abbiamo investito nella logistica, con un magazzino a Jesi, che diventa il fulcro di questa nuova avventura imprenditoriale».

Questo significa che, «per il momento», la Vallesina diventa l’area test per capire meglio come si muove il mercato e «come rispondere alle esigenze dei consumatori, che cambiano in continuazione e sono oggi condizionate dalle norme imposte per contenere la pandemia».

Ecco perché, il cliente che entra attraverso la piattaforma fly-food.com è geolocalizzato: se non si trova all’interno dell’area servita non potrà effettuare alcun ordine. Si spiega così la scelta di modellare la possibilità di ordinare la spesa dalle 11 fino alle 20, di aprirla dal lunedì al venerdì («perché nel week-end si ha più tempo per organizzarsi e noi vogliamo snellire il quotidiano») e di consentire il pagamento online, anche alla consegna utilizzando il bancomat. «Vogliamo garantire un servizio sicuro, per cui abbiamo deciso di non accettare denaro contante – sottolinea Falappa -, senza contare la possibilità del cashback, che da dicembre dovrebbe consentire a chi effettua pagamenti elettronici sotto i 150 euro per ogni operazione di avere, dopo la decima, un rimborso».

Il trio di giovani imprenditori ha le idee chiare: il 50% dei prodotti sono quelli che si trovano comunemente sugli scaffali di un supermercato, l’altro 50% sono parte del meglio dell’agroalimentare marchigiano: Cipo per la frutta e verdura, Baldi per la carne, Corte Marchigiana per i salumi. La lista è destinata ad allungarsi, perché per i produttori si tratta di un canale alternativo, «solo parzialmente esplorato, se non addirittura del tutto nuovo e sul quale non bisogna riposizionare il proprio prodotto». 

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