ANCONA - E’ il giorno della nomina del nuovo presidente dell’Autorità di sistema portiale Adriatico Centrale. Così fonti non ufficiali hanno confermato da villa Patrizi, sede romana del ministero delle Infrastrutture: la proposta formale del ministro Giovannini è attesa oggi a palazzo Raffaello di Ancona e palazzo Silone dell’Aquila, sedi rispettivamente della Regione Marche e della Regione Abruzzo.
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Dopo la controfirma dei due governatori, Matteo Africano, ingegnere di 43 anni, attuale componente del Comitato di gestione dell’autorità portuale Tirreno centrale (Civitavecchia), prenderà le redini di Molo Santa Maria ad Ancona.
Anche sul fronte politico si sono spenti gli ultimi tentativi: sembra che la Lega, in maniera abbastanza sotterranea, abbia provato un sondaggio light presso il viceministro del Mit, Alessandro Morelli. Così come il Pd ha già da sabato deposto le armi. Prima ad accendere le polveri della polemica è stato Gariglio, deputato torinese in Commissione trasporti (molto legato a Eugenio Duca): «Posso dire che in tutti i casi in cui non vi erano problemi di equilibri politici e il candidato uscente aveva dato buona prova di sè, il candidato uscente é stato riconfermato - ha detto Gariglio - Ebbene, il presidente Acquaroli ha posto un netto veto sulla nomina di Giampieri, sia quando ministro era De Micheli, sia ora con Giovannini. Ho personalmente appurato questo fatto».
Acquaroli sulla vicenda non parla ma ha fatto passare il messaggio di non aver mai posto veti su Giampieri. Una lettura che prova a sminare polemiche e alleggerire il carico di responsabilità che aspetta Africano. Come che si chiami - richiesta di discontinuità o di competenze portuali - la scelta è ormai chiusa. E sul punto ieri è giunta anche la parola finale della sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli. Molto amaramente, ha detto che è «stato un errore aver smontato un pezzo importante della capacità delle Marche di essere protagonista. Una scelta che potrebbe far diminuire la capacità di farsi sentire con una sola voce livello nazionale. La governance del porto, con consenso ampio nel cluster marittimo e che esprimeva personalità come quella di Giampieri - ha detto - e non è una questione di residenza, era ed è pezzo importante della classe dirigente marchigiana. Mentre qualunque pezzo di classe dirigente che viene da fuori è un’altra cosa».